Tutte le classi del biennio dell’Istituto Tecnico e del Liceo Scientifico Sportivo della scuola secondaria viareggina hanno partecipato ad una mattinata davvero speciale all’insegna dello sport e della solidarietà, a cui ha preso parte anche la campionessa Margherita Zalaffi.

Gli studenti hanno provato l’emozione di essere spadaccini per un giorno e lo hanno fatto ad occhi bendati per comprendere ciò che provano i non vedenti. Questo evento infatti rientra nel progetto «Sport e disabilità» organizzato e proposto dalla professoressa Cristina Mariani e tanto voluto ed apprezzato dalla dirigente scolastica Maria Rosaria Mencacci, per il potere inclusivo che ha lo sport. E così nei giorni scorsi Michele Ciocci, maestro del Club Scherma Lucca ha accompagnato alla palestra del Piaggia due atleti non vedenti: Stefano Gori e Roberto Realdini (del Club di Navacchio) che oltre ad aver raccontato la propria esperienza personale, si sono esibiti in una performance a colpi di spada.

«La prima volta che mi hanno detto di curare la scherma per i non vedenti – spiega il maestro Michele Ciocci – ero molto scettico. Poi, con stupore, ho dovuto cambiare idea perché siamo riusciti a realizzare questo progetto, con qualche ovvio accorgimento in più: i non vedenti utilizzano solo la spada e non la sciabola, il primo che tocca l’avversario fa punto, se si toccano in contemporanea il punto va ad entrambi. Inoltre per permettere ai non vedenti di praticare scherma è stata posta nel mezzo del tappetino che delimita l’area di combattimento, una lastra metallica; gli atleti devono rimanere sempre su questo binario per capire dove siano. Infine – conclude il maestro – le loro maschere sono di ferro per avere una protezione maggiore».

«Ringrazio la dirigente scolastica e i professori per questa opportunità – esordisce Stefano Gori -. Fare sport significa divertirsi e costruire un cammino. Ho perso la vista a 24 anni e grazie a mia moglie ho iniziato a praticare diverse discipline sportive con tanti risultati. Lo sport è salute, passione e praticarlo mi ha aiutato a superare molte problematiche relative alla mia condizione».

«Ho perso la vista ad 11 anni a causa di un incidente – commenta Roberto Realdini -, nel 1985 ho iniziato a praticare diverse discipline tra cui lo scii di fondo. La scherma è uno sport inclusivo che può essere praticato da tutti. Un disabile – conclude – può essere fonte di arricchimento per i normodotati, quindi imparate a non escluderli. Mai!».

Una giornata davvero speciale per gli studenti del Piaggia che, infine, hanno anche provato ad essere spadaccini per un giorno con gli occhi bendati, per essere più vicini alla condizione dei non vedenti, perché come sosteneva Nelson Mandela: «Lo sport  parla ai giovani in un linguaggio che capiscono e ride in faccia ad ogni tipo di discriminazione».

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ultimo aggiornamento: 02-06-2017


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