Ospiti del Caffè della Versiliana di Marina di Pietrasanta, oggi (21 luglio) c’erano due personaggi diversi tra loro. Da un parte il presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani, dall’altra il presidente dei senatori del Partito Democratico, Luigi Zanda. In un’ora di dibattito i due hanno parlato di diversi temi manifestando, col garbo che contraddistingue entrambi i senatori, le loro opinioni. Opinioni contrastanti in quasi tutto, tranne un punto: serve una legge elettorale al più presto.
LEGGE ELETTORALE
“Io ero favorevole a che la discussione sulla legge elettorale riparatisse dal senato. Approvare la legge elettorale è una priorità”. Così il senatore Luigi Zanda. “Il vantaggio di avere la legge elettorale al Senato – ha spiegato Zanda – é che in Senato ci sono molti meno voti segreti. Io ritengo il voto segreto una non qualità del nostro sistema parlamentare. Ci sono state ragioni politiche perché partisse dalla Camera, perché li c’è una maggioranza più ampia. Adesso che la legge elettorale é alla Camera vedo il rischio di forti strappi, ma non me la sento di fare una battaglia per portarla al Senato”.
E sulla necessità della legge ha trovato d’accordo il suo interlocutore. “Siamo obbligati – ha detto Paolo Romani – a fare una legge elettorale, anche perché lo ha detto il Presidente Mattarella. Ci dobbiamo assumere questa responsabilità e non possiamo fare rammendi di due leggi che sono uscite dai tagli della Consulta. Dobbiamo fare una legge che sia chiara, efficace e che sia comprensibile ai cittadini italiani. Poi bisogna risolvere i nodi di sempre: coalizione o lista, come identificare gli eletti, preferenze o collegi, quale criterio maggioritario inserire in un meccanismo che dovrà essere tendenzialmente proporzionale”.
IUS SOLI

Diverse invece le visioni sul diritto di cittadinanza agli stranieri. Per Romani lo “ius soli è un provvedimento totalmente improvvido adesso, un provvedimento assolutamente da non prendere. Siamo riusciti a bloccarlo – ha aggiunto Romani – tanto che il Presidente Gentiloni ha ceduto alla richiesta di rinvio. Si rifarà la battaglia a settembre. Ma il problema è che lo Ius soli identifica esattamente il problema con il quale ci stiamo scontrando, il terrorismo. Se è vero, come è vero, che i terroristi di Barcellona sono ex marocchini di nazionalità spagnola, di seconda generazione, c’è un problema complessivo di come integrare le comunità che arrivano in Europa. Lo Ius Soli, senza che ci siano quei meccanismi di accettazione di regole e democrazia, diventa un fatto automatico. Non lo è. Oggi diventare cittadini italiani per un atto automatico e burocratico ci sembra il momento peggiore’.
Opposto il giudizio di Zanda al riguardo. “Ho sempre sostenuto e continuerò a sostenere lo Ius soli. Rimane l’indicazione che ha dato il Presidente del Consiglio Gentiloni: questo autunno sara il tempo dello Ius soli’.