Satisfaction
luca bertozzi

Satisfaction fu la canzone “bomba” che contribuì a dare il via al ‘68. A cinquant’anni di distanza la costruzione vuole non solo rendere omaggio ai Rolling Stones, ma anche dar voce a quell’insoddisfazione personale che, mezzo secolo dopo, vivono i giovani d’oggi.

“Non ottengo nessuna soddisfazione perché ci provo, ci provo, ci provo e ci provo”

Agli albori del ’68 (I can’t get no) Satisfaction ha l’effetto di una bomba atomica su una società che poco dopo esploderà in una storica rivoluzione. in questa canzone si canta o meglio si sputa rabbia, si grida, e si lamenta l’impossibilità di essere soddisfatti per un giovane dell’epoca. Una insoddisfazione sociale, un senso costante di inquietudine che sfocia nella ribellione di un ragazzo che non si vuole far chiudere nel recinto delle pecore, nel gregge consumista. Ed oggi? I Rolling Stones, più di cinquant’anni dopo, rappresentano ancora una viva testimonianza di quei giorni facendo da ponte temporale tra due generazioni, dando voce ad una insoddisfazione personale che dopo tanti anni, per motivi diversi, è ancora presente nei giovani d’oggi. Ed è proprio con Satisfaction che vogliamo alzare un nuovo canto della rivolta, perché torni a toccare in pieno il nervo scoperto dei ragazzi con quel ritornello che tutti canticchiano “tatta … tananaaa, tanatanatannnaaa”. E quel “I try and I try and I try and I try” suggella il tutto; è la filosofia degli Stones del modo di essere e sentire la vita: non riesco ad ottenere soddisfazione ma ci provo ci provo ci provo…

 

 

rifiuti da incubo
priscilla borri e andrea patalano

Inefficienze e sprechi stanno per mandare fallito il ristorante “Italia”. Se qualcuno non spegne il fuoco, il coperchio salta. Ed allora ecco il cuoco esperto Canavacciuolo che, destreggiandosi tra fornelli e menù, cestinando gli scarti della cucina, facendo la raccolta differenziata, riuscirà a salvare il ristorante “Italia”, esaltandone prodotti e genialità. Come servirebbe al nostro Paese.    

La pentola bolle, la misura è colma. Qualcuno spenga il fuoco prima che il coperchio salti! Nel ristorante “Italia” non è più possibile lavorare così. Basta al clima inefficiente e agli sprechi. Basta ai papponi di vitalizi e privilegi, ai burocrati dalle pensioni d’oro e ai chocolier dietro le quinte! Qui ci vuole un Canavacciuolo, refrattario ai condizionamenti delle Lobbie che prenda in mano il menù, cestini i piatti a base di diritti acquisiti e attui vere riforme strutturali, equilibrando il sapore dei piatti a beneficio di tutti. Un commissario che riordini i rifiuti, cestinando gli scarti di cucina, differenziando plastica e carta, intervenendo su riciclati e indifferenziati. Solo così, finalmente, potranno emergere i pregi del ristorante “Italia”: eccellenza, qualità dei prodotti, creatività, bellezza, storia, capacità e genio italiani.

la mafia non esiste
edoardo ceragioli

Sarebbe bello che la mafia non esistesse, che il nostro Paese ne fosse libero, ma in realtà chi lo sostiene racconta solo bugie perché la realtà è ben altra. La costruzione, ricordando la morte di Peppino Impastato, avvenuta 40 anni fa, vuole essere un monito per tutti noi.  

Facciamo finta che tutto vada bene, che il cielo sia costantemente azzurro, che il sole splenda sempre allegramente e che tutto quanto sia sempre sereno. Facciamo finta che “La mafia non esiste”… che Falcone, Borsellino, Peppino Impastato, Dalla Chiesa, ecc… non siano mai esistiti.

La verità, invece, è che:

“La mafia uccide, il silenzio pure. Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda. Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi. Prima di abituarci alle loro facce. Prima di non accorgersi più di niente”.

Peppino Impastato ucciso il 9.5.1978

lo spaventapasseri
franco malfatti

 

 

Nel bel mezzo dell’Europa in un immaginario rigoglioso campo di grano, simbolo del potere economico, un vecchio contadino, per proteggerlo dall’attacco di uccellacci malintenzionati, decide di costruire, con l’aiuto di rami secchi e vecchi cimeli trovati in soffitta, uno spaventapasseri che mette davvero paura.

 

La Germania, con l’uscita dell’Inghilterra dall’Europa, sta rafforzando sempre più il suo potere nei confronti degli altri Paesi cercando di imporre loro la sua politica. Sicuramente questo scenario spaventa non poco questi Paesi, soprattutto i più deboli, costretti a subire politiche sempre più restrittive.

 

io sono io e voi non siete un k…
luciano tomei

Il marchese del Grillo? No Beppe Grillo. Chi meglio di lui poteva interpretare il famoso sfottò di Alberto Sordi nel celebre film? Per il costruttore però è diventato il motto che guida il Movimento 5 Stelle, in cui Grillo gongola seduto su una cornucopia carica di denaro

Chi meglio del Beppe nazionale poteva dar corpo alla famosa frase declamata dal Marchese del Grillo? Infatti lui è lui, ma qui sta il punto, chi è? Segretario di partito, guru, ideologo, guitto, comico, servo o servitore? Forse tutto o forse niente di questo, lui è appunto, libero di restare libero di andarsene. Il suo motto infatti ha preso il posto delle famose 5 stelle. Per questo, da buon signorotto, gongola su di una panciuta cornucopia, ed ha come tutti i vip le sue brave guardie del corpo. Poco importa se da una selva di mani con il dito medio proteso verso il cielo spuntano tutti gli epiteti che ha dispensato a destra e a manca, da “testa d’asfalto” a “psiconano”, passando per “Gargamella” e “Frignero”, lui l’inattaccabile (perché nonostante tutto ancora libero come i comici di fare e disfare) può asserire e poco dopo smentire. In sostanza “Io sono io e voi… non siete un K”.

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