“È stata una trattativa particolarmente lunga e complessa. Il contratto era già scaduto e, d’accordo con le parti, abbiamo chiesto una proroga di un anno, necessaria per capire come si sarebbe evoluta la situazione di profonda incertezza in cui versa in tutta Italia il settore lapideo già a partire dal secondo semestre 2016.

Nel 2017 si è confermato un ulteriore calo dei fatturati dovuto sostanzialmente all’instabilità politica dei Paesi dell’area medio orientale, che sono il principale mercato di riferimento del settore.

Non dimentichiamoci inoltre l’altro fattore negativo che penalizza l’attività delle imprese del marmo: la mancanza di regole certe sull’attività estrattiva sulle cave della provincia di Lucca, dovuta all’adozione del Piano Paesaggistico regionale e ai ritardi nell’approvazione dei piani attuativi comunali.

In questo contesto, un eccessivo aumento del costo del lavoro sarebbe stato insostenibile per le imprese.

Grazie anche alla disponibilità e all’atteggiamento consapevole e responsabile delle parti sindacali, abbiamo pertanto raggiunto un risultato equilibrato, di cui siamo pienamente soddisfatti.

E’ inoltre molto importante sottolineare un altro aspetto: l’aumento concesso secondo l’accordo viene corrisposto in base ai giorni effettivamente lavorati, per cui, in un certo senso, vengono premiate l’assiduità e la produttività che, di questi tempi, sono gli strumenti chiave per recuperare la competitività delle imprese.”

Lo scrive Fabrizio Palla Coordinatore Gruppo Lapideo Confindustria Toscana Nord

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ultimo aggiornamento: 12-10-2017


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