ERA ANIMATO da una grande passione silenziosa per Viareggio e il Viareggio (calcio), tanto da essere – proprio nell’anno della sua morte avvenuta il 22 ottobre 1996 – presidente del club Onda Bianconera: Giorgio Lombardi, fondatore dell’omonimo ristorante, aveva a cuore le sorti della squadra della città. Una ‘passione silenziosa’ senza gesti o foto eclatanti ma con la sicurezza, da parte dei dirigenti della società, che su di lui, nei momenti del bisogno ci potevano sempre contare.

In silenzio e senza clamori. Memorabile (e indimenticabile) il suo sostegno concreto, mediato da un altro personaggio con il cuore… bianconero come il compianto Angelo Francesconi, nella stagione 1993-94 quando i bianconeri, sotto la gestione Picciotto, arrivarono ad un passo dalla chiusura anticipata della stagione: senza stipendi, con poco o nulla, la squadra guidata da Aldo Cerantola, riuscì a chiudere il campionato di serie C2 in maniera dignitosa mettendo paura anche al Pontedera capolista che poche settimane prima aveva fatto arrossire la Nazionale di Arrigo Sacchi nella memorabile amichevole di Coverciano (vittoria dei granata per 2-1, gol di Aglietti e Matteo Rossi). Per lui tutti i giocatori dei Viareggio erano dei ‘figliocci’: un legame contraccambiato, consolidato nel tempo. Parecchi ex bianconeri, ma non solo loro, che ora sono alla ribalta nazionale e internazionale hanno a lungo onorato con un mazzo di fiori sulla tomba, l’anniversario della scomparsa di Giorgio.


QUEL 22 ottobre 1996 Giorgio Lombardi venne tradito dal cuore: aveva 74 anni. Poche ore prima del luttuoso evento, in compagnia di altri tifosi bianconeri seguito il ‘suo’ Viareggio nella trasferta di Sestri Levante. Alla guida delle zebre c’era Francesco Buglio: vittoria (2-0, gol di Pannacci e Menicucci) e primato. Giorgio avvertì il primo malessere proprio sul pullman: una volta a casa, il dramma. Tutto il resto è il dolore dei famigliari e degli amici. Oggi, 21 anni dopo, c’è il ricordo di un grande personaggio ‘silenzioso’, refrattario alle luci della ribalta, che non solo ha creato un locale di spicco (fra i suoi amici, Mario Tobino e i personaggi reali della Resistenza che hanno ispirato il libro ‘Il Clandestino’) ma ha più volte dato dimostrazione di cosa voglia dire voler bene alla sua città.

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ultimo aggiornamento: 25-10-2017


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