Regole e criteri per l’escavazione marmifera, ma non solo. La fase partecipativa del percorso di definizione dei Piani di Bacino sta fornendo interessanti indicazioni su temi più ampi rispetto alla sola regolamentazione delle attività di cava, oggetto primario dei Piani, investendo anche ambiti come la valorizzazione ambientale e turistica delle Apuane, la mappatura dei sentieri e degli antichi manufatti, la tracciabilità della filiera produttiva lapidea. Un grande patrimonio di informazioni e contributi che, per alcuni aspetti, il Comune giudica meritevole di approfondimento con la Regione Toscana.

Il percorso partecipativo sui Piani di Bacino ha preso avvio dopo la presentazione pubblica dello scorso 17 luglio, articolandosi ad oggi in due diversi incontri – rispettivamente con le associazioni ambientaliste, culturali e del territorio e con le rappresentanze istituzionali, sindacali, politiche, economiche, professionali e di categoria – al fine di acquisire contributi necessari, tra l’altro, ad implementare i quadri conoscitivi in corso di formazione. Una prima fase dedicata quindi principalmente all’ascolto dei portatori d’interesse, caratterizzata da un buon livello di coinvolgimento e, soprattutto, sviluppatasi con un taglio pratico e con contributi di rilievo. «Alcune delle indicazioni ricevute toccano temi che non possono trovare una soluzione diretta nei Piani Attuativi dei Bacini Estrattivi, che sono strumenti di tipo urbanistico, ma colgono temi di primaria importanza per la valutazione complessiva della sostenibilità delle attività e per realizzare efficaci sistemi di controllo», spiega l’assessore all’urbanistica Valentina Salvatori. «La coincidenza temporale fra il lavoro che i Comuni stanno realizzando per i Piani di Bacino e l’attività in corso per la formazione del nuovo piano regionale delle cave e per la revisione della legge sull’attività estrattiva offre comunque l’opportunità di portare i temi emersi a Seravezza all’attenzione delle autorità regionali, come elementi di valore di un dibattito e di un confronto che è già in corso».

Nel primo incontro del 20 ottobre sono giunti contributi importanti soprattutto in ordine agli aspetti ambientali e paesaggistici. Indicazioni concrete, ad esempio, riguardo al censimento dei sentieri, delle “marginette” e di altri elementi di rilievo sotto l’aspetto paesistico, così come la mappatura dei manufatti costruiti nei secoli e funzionali all’attività di cava, nell’ottica di un loro recupero e di una valorizzazione del territorio con attività complementari a quelle estrattive. E ancora: il rischio che l’attività estrattiva vada in contrasto con gli obiettivi strategici di promozione della montagna contenuti nel PIT regionale; la necessità di riconoscere adeguata importanza ad altri tipi di attività (escursionistica, agrosilvopastorale, ecc.) rispetto a quelle estrattive; la compensazione degli aspetti negativi delle escavazioni con il restauro ambientale, la valorizzazione del lavoro o il contingentamento di quote della filiera.

Nel secondo incontro del 6 novembre con le associazioni sindacali, politiche, economiche, professionali e di categoria sono emersi invece aspetti più legati agli impatti socio-economici dell’estrazione lapidea. Ad esempio la necessità di affidare la certificazione delle quantità e delle qualità escavate a soggetti terzi, un’efficace sistema di tracciabilità della filiera produttiva, i criteri per la definizione delle quantità sostenibili in assenza di un Piano Regionale Cave, che non sarà pronto entro la scadenza del termine triennale previsto invece per l’approvazione dei Piani di Bacino.

«Il percorso partecipativo proseguirà, ma è importante anche far sapere a tutti gli interessati che, al di là della partecipazione agli incontri, è possibile in questa fase inviare i propri contributi in forma scritta», dice ancora l’assessore Salvatori. «Tutte le indicazioni emerse saranno oggetto di un’attenta valutazione e di un complessivo riordino, con la predisposizione di schemi che faciliteranno l’accesso alle informazioni, consentiranno di apprezzare i contributi offerti e il loro inserimento nei quadri conoscitivi. Chi parteciperà a questa fase potrà avere in tal modo un riscontro immediato e chiaro dei materiali e dei suggerimenti forniti. La documentazione, inclusi i verbali degli incontri, è disponibile online nell’apposita sezione “P.A.B.E.” del sito web istituzionale del Comune di Seravezza, raggiungibile dalla homepage».

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