Paola per una visita dall’otorino dovrà aspettare 4 mesi, per una risonanza ben 7. Anna 420 giorni per una visita di controllo endocrinologa. Manuela per un semplice appuntamento a causa di un glaucoma il 24 aprile 2018. Nicola per un’ecografia novembre 2018.

Sono solo alcuni dei casi segnalati sulla pagina ufficiale di Massimo Mallegni che negli scorsi giorni era tornato ad attaccare il sistema sanitario regionale e le lunghissime liste di attesa che costringono i cittadini a rivolgersi ai laboratori privati per ottenere una visita medica con celerità. Casi che in poche ore hanno “scatenato” la rabbia degli utenti che si sono rivolti al Cup dell’Ospedale Versilia e che in molte occasioni, come testimoniato, sono stati costretti a rivolgersi agli studi privati pagando per un servizio che avrebbe dovuto garantire la sanità pubblica.

“La reazione dei cittadini la dice lunga sulla fiducia e soprattutto sulla stima che hanno nei confronti della sanità apuo-versiliese. Il sistema si sta avvicinando al punto di rottura. – commenta Mallegni – Invito i cittadini a segnalare sulla mia pagina o attraverso la mia mail reperibile sul sito i vari casi così che possa portarli all’evidenza pubblica e tenere alta l’attenzione e la pressione nei confronti della Regione Toscana. L’ho già detto e lo ripeto: la Regione Toscana deve fare un passo indietro ed ammettere che la riforma che hanno pensato non ha funzionato. Sarebbe un grande atto di onestà nei confronti dei centinaia di cittadini che tentano, spesso invano, di prendere un appuntamento per una visita. La qualità della nostra sanità, dei suoi medici, dei suoi infermieri e dei suoi operatori, è tra le migliori e lo dico per esperienza, ma sono i tempi di attesa ed i disservizi abbattono i feedback positivi perché è il sistema a non funzionare”. Come cambiare le cose? “Cambiando il governo regionale. – spiega ancora Mallegni – E solo i cittadini possono farlo con un atto di coraggio e responsabilità votando per il centro destra che ha dimostrato di saper governare e di amministrare le città e gli enti con abilità, sensibilità ed equità”. Per Mallegni la sanità deve tornare nelle mani salde dello stato centrale: “non ci può essere una sanità di serie A e di serie B. Lo stesso livello deve essere a Massa come in Versilia, a Palermo come a Milano. La riforma del titolo V ha prodotto diseguaglianza e trattamenti sanitari troppo distanti l’uno dall’altra a seconda delle regioni e della capacità degli amministratori di gestirla”.

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