Un fluviale Giorgio del Ghingaro sulla situazione della Sanità, l’uscita da (e scioglimento della) Società della salute.

«La via di uscita per traghettare i servizi socio-sanitari della Versilia al nuovo modello organizzativo è pronta, semplice e assolutamente più economica dell’attuale SDS», questo quando dichiara il sindaco di Viareggio in merito alla nuova convenzione Socio-Sanitaria che dovrà essere approvata dai Comuni della Versilia data la decadenza della Società della Salute.

«Questa mattina – continua il primo cittadino -, insieme al Comune di Pietrasanta abbiamo ripercorso le tappe fondamentali che hanno portato entrambi i Consigli Comunali ad uscire dalla SDS e concordato su quelle future che i Comuni della zona Versilia dovranno percorrere per approvare la nuova Convenzione socio-sanitaria».

«E’ importante sottolineare che il Comune di Viareggio (insieme a quello di Pietrasanta) – aggiunge – ha deciso di uscire dalla SdS perché ha verificato con mano che in Versilia questa formula organizzativa non è riuscita a decollare e si è dimostrata del tutto inefficiente».

La SDS, infatti, secondo la L.R. 40/2005, art. 71 bis, esercita le seguenti quattro funzioni: programmazione strategica (comma 3 punto a), programmazione operativa e attuativa annuale (comma 3 punto b), organizzazione e gestione delle attività socio-sanitarie (comma 3 punto c), organizzazione e gestione delle attività di assistenza sociale (comma 3 punto d).

«Per quanto riguarda le prime due funzioni, la SDS Versilia ha fatto poco o niente – entra nel dettaglio Giorgio Del Ghingaro -. Da anni la SDS opera senza un documento di programmazione strategica (Piano Integrato di Salute) e solo recentemente (e solo per rispettare una richiesta tassativa da parte della Regione) ha prodotto materiale assolutamente insufficiente e spesso nemmeno identificazione delle poste economiche a cui ha dato il nome di Programma Operativo Annuale 2017-2018».

«Il Comitato di Partecipazione e la Consulta di Terzo Settore, organismi di rappresentanza dei cittadini e delle imprese sociali che la legge ha previsto come strumenti di supporto della deliberazione strategica, non vengono convocati da anni. Senza questi strumenti non possiamo conoscere i bisogni della zona, non abbiamo alcuna riflessione sui determinanti di salute, non possiamo identificare le strategie per governare la domanda. Possiamo andare avanti così?»

«Per quanto riguarda la terza funzione – aggiunge -, la SDS si è limitata a fare da ente pagatore alla AUSL ed ai fornitori (la SDS non dispone di personale tecnico proprio) per l’organizzazione e la gestione di una parte delle attività socio-sanitarie che le competerebbero per legge».

I Comuni, infatti, le hanno trasferito le competenze relative solamente ad alcuni servizi per la non autosufficienza (che ai sensi dell’art. 3 comma 4 della L.R. 66/2008 la AUSL gestisce direttamente e senza aggravio economico per i Comuni) ed alla disabilità. Rimangono fuori servizi importanti come le RSA, la salute mentale, i SERT.

La SDS Versilia non gestisce invece per niente i servizi socio-assistenziali di cui alla l.r. 40/2005, art. 71 bis, comma 3, lettera d (minori, anziani, immigrazione) rispetto ai quali ciascun Comune al momento opera autonomamente (come anche nel caso del REI).

Sono invece condivisi alcuni progetti che la Regione Toscana destina alle zone distretto indipendentemente dalla formula organizzativa adottata purché siano gestiti in modo coordinato da tutti i Comuni membri.

«Ma anche su questi si sono verificate inefficienze tanto nel progetto PON-SIA (quando partiranno le attività deliberate nel dicembre 2016 e dove sono finiti 75mila euro destinati all’aggiornamento del personale?) che nel progetto Valore (ad oggi solo il Comune di Viareggio è l’unico che provveduto all’attivazione dei tirocini). In altri casi (Progetto Dopo di Noi e Progetto Centro Antiviolenza) si ha il sospetto che le scelte della SDS si siano allineate eccessivamente all’esigenza del Comune di Massarosa di attrarre sul proprio territorio servizi e finanziamenti».

A fronte di 9 milioni di euro di servizi, i costi generali di funzionamento di questa struttura assommavano (bilancio 2016) a €446.299, di cui €110.000 solo per il compenso del Direttore.

«Una cifra eccessiva, che Viareggio e Pietrasanta hanno ritenuto troppo elevata visti i risultati» afferma Giorgio Del Ghingaro.

Per l’insieme di questi motivi entro il 30 di giugno dell’anno in corso i due Comuni hanno approvato gli atti di recesso dalla SDS determinando, come dice la norma, lo ‘scioglimento di fatto’ della stessa.

Anziché prendere atto della scelta compiuta, contenere le spese e nominare da subito (come avrebbero dovuto) un liquidatore per la gestione dell’ordinaria amministrazione, i Comuni rimasti a rappresentare il 47% della popolazione residente nella zona-distretto si sono invece affrettati a trasformare in Presidente l’Assessora del Comune di Massarosa Barsotti (che fino ad allora aveva ricoperto il ruolo di Vicepresidente e che quindi da Statuto avrebbe avuto comunque piena legittimità a presiedere la SDS) e a nominare per tre mesi un nuovo Direttore nella persona della dott.ssa Motto, funzionaria (anch’essa) del Comune di Massarosa.

«Oggi, nel mese di dicembre, ci troviamo quindi a dover ancora nominare un liquidatore ed non troviamo la sede per discutere il modello organizzativo unico che la legge ci impone di adottare per gli anni a venire perché ogni volta che il Comune di Viareggio prova a fare un passo in quella direzione (in autunno proponendo una riunione informale degli assessori al sociale e adesso un altrettanto informale riunione dei sindaci) i rappresentanti dei Comuni del Pd aderenti all’oramai sciolta SDS fanno finta di non aver sentito, salvo poi precipitarsi a proporre iniziative uguali e contrarie da sbandierare con annunci roboanti sui giornali».

«In questi mesi noi siamo stati in silenzio e abbiamo lavorato. Stamani avremmo voluto fare un passo avanti: illustrare ai colleghi l’unica strada percorribile per uscire dall’impasse in cui l’attuale gestione della SDS ci ha tutti quanti infilato proponendo di dirimere la questione (pur sapendo di non poterlo fare) prima attraverso lo strumento dell’Assemblea della SDS (sciolta di fatto dal 1 luglio 2017) poi più recentemente attraverso quello di una Unione dei Comuni di cui non fa parte uno dei Comuni della zona-distretto (peraltro rappresentativo della metà dei cittadini ivi residenti).

Infatti, l’unica strada legittima dal punto di vista formale e percorribile da quello politico è un’altra ed è rappresentata dalla Conferenza dei Sindaci: sede prevista (all’art 34 comma 1 della L.R. 41/2005) per la naturale concertazione delle politiche sociali e sanitarie delle zone nelle quali non è costituita la SDS (comma 9) o nella quale siano venuti meno i requisiti essenziali per la costituzione della stessa (articolo 71quater della L.R. 40/2005).

La Conferenza dei Sindaci potrà essere agevolmente convocata già nei prossimi giorni dal Sindaco più anziano (attualmente il Sindaco di Seravezza) al fine di convenire un testo di Convenzione molto semplice e finalizzata esclusivamente a garantire la continuità di tutti i servizi sociosanitari e dei pochi progetti socioassistenziali attualmente in carico alla SDS, senza alcun aggravio di costi (semmai con qualche risparmio dovuto al venir meno dei costi dovuti al Direttore ed al Collegio Sindacale). Una volta definito il testo, questo potrà andare in approvazione della Conferenza dei Sindaci Integrata (del rappresentante della AUSL) ed i servizi potranno continuare nei modi e nelle forme attuali.

«Ogni altra proposta suscita il sospetto di voler perseguire altre finalità. Forse quelle di utilizzare l’occasione per trasferire funzioni e finanziamenti a una struttura (l’Unione dei Comuni) o a comuni capofila (Massarosa?) che presentano gravi sofferenze di cassa e si trovano da tempo in condizione di anticipazione di cassa. Oppure quelle di creare nuovi uffici ed organici per alleggerire i Comuni di personale in eccedenza? O infine quella di ottemperare ad accordi presi con i Comuni dell’area Apuana per spaccare definitivamente l’unità della zona distretto, riorganizzando gli ambiti sociosanitari secondo le nuove geografie dei collegi elettorali».

«A questi giochetti noi non ci stiamo – conclude il sindaco Del Ghingaro -. La via d’uscita c’è ed è pronta».

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