Chi mette in dubbio l’Unione dei Comuni mette in dubbio, prima di tutto, un metodo: quello di affrontare insieme, uniti, i problemi che hanno una dimensione sovracomunale. Ma si sa: l’isolazionismo è pratica facile e utilmente deresponsabilizzante per quella vecchia politica che, priva di contenuti e di proposte, altro non sa fare se non abbandonare i campi delle battaglie sacrosante che vanno fatte per tutelare e promuovere i diritti dei cittadini.

I cittadini, inoltre, non si lasciano ingannare dalle urla strampalate di chi è in piena campagna elettorale, da candidato o da desideroso di diventarlo: la salute e i servizi sanitari sono tema di cui parlare per individuare i problemi e portarli prepotentemente all’attenzione di chi ha responsabilità e poteri per risolverli.

Nel Consiglio dell’Unione, a parte alcune eccezioni, si sono ritrovati organizzazioni sindacali, comitati cittadini e amministratori, in un consesso allargato alla partecipazione di quegli amministratori che, pur non formalmente appartenenti all’Unione, dovevano essere chiamati a prendere parte al dibattito.

Abbiamo raccolto preoccupazioni, segnalazioni e problematiche e le abbiamo consegnate direttamente nelle mani della direzione, che era personalmente presente; alla sede del consiglio comunale congiunto fra i Comuni, che è altra e parallela sede, spetterà proseguire nel lavoro avviato dall’Unione. La mia sensazione, da coordinatore del dibattito, è stata di una profonda necessità di dialogo e scambio costanti fra ASL e territorio, colmando il deficit alimentato dalla distanza che, in questi anni, è maturata in un periodo – forse troppo lungo – di attuazione della riforma sanitaria regionale del 2005. Mio compito, adesso, è quello di inviare al coordinatore dei Consigli Comunali, Adolfo Del Soldato, una sollecitazione perché si proceda quanto prima alla convocazione del Consiglio congiunto, con buona pace dei Comuni che con la loro assenza paleseranno l’interesse per la tutela e la promozione del diritto alla salute. Nel frattempo, lavoreremo come Unione alla istituzione di un Osservatorio che, come proposto dal Comune di Seravezza, sia luogo comune di lavoro e dialogo fra rappresentanti ASL, cittadini, amministratori e organizzazioni sindacali.

Alessandro Del Dotto

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