energia rinnovabile da rifiuti – L’impianto sperimentale di Viareggio, realizzato all’interno del progetto BIO2Energy, userà come materia prima i fanghi di depurazione ed i rifiuti organici provenienti della raccolta domestica. Lo scrive Arpat sul proprio sito.

 “Bio2Energy, il progetto avviato nel settembre 2016, ha l’obiettivo di aumentare la produzione di energia rinnovabile in Toscana, in particolare attraverso la produzione di biocombustibili da rifiuti organici.

“In questo ultimo anno di attività l’Università di Firenze, attraverso studi e test, ha ottenuto importanti risultati in termini di produzione di bioidrogeno a scala di laboratorio. Per quanto riguarda la fase di caratterizzazione dei rifiuti, le analisi di laboratorio hanno permesso di verificare quale sia la modalità di raccolta (es. porta a porta, cassonetto) più efficace per ottenere una buona frazione organica (FORSU) da trattare nell’impianto: tramite la modalità porta a porta, ad esempio, è più facile separare dall’organico il legno ed il verde. La corretta separazione della FORSU, con l’esclusione del verde, serve alle specifiche reazioni che si vogliono favorire per avere la massima produzione di idrogeno (dark fermentation).

“Dopo le prove svolte presso i laboratori del PIN di Prato, nel mese di dicembre 2017 ha preso così avvio, presso la linea fanghi del Depuratore di Viareggio, la sperimentazione in scala pilota dell’impianto di codigestione anaerobica in cui si produrrà bioidrogeno. Questo impianto ha una linea fanghi usata solo per il 30% delle sue potenzialità, pertanto la sperimentazione andrà ad efficientare un sistema già presente.

“In questo ultimo anno di attività, SEA ha ottenuto dalla Regione una specifica autorizzazione per il trattamento anche della FORSU e per l’adeguamento impiantistico della linea fanghi. Inoltre, presso il depuratore di Viareggio, è stato costruito un apposito capannone dove si svolgeranno le fasi di codigestione anaerobica.

“Nel corso del convegno di disseminazione del 30 novembre 2017, sono stati illustrati i risultati del primo anno di attività del progetto e sono stati approfonditi elementi tecnici relativi alle tecnologie e ai bioprodotti interessati.

“La Regione Toscana, nelle parole dei dirigenti del Settore diritto allo studio universitario e sostegno alla ricerca (Lorenzo Bacci) e del Settore servizi pubblici locali, energia e inquinamenti (Renata Caselli), ha confermato l’importanza e la soddisfazione per il progetto, sia per i risultati già raggiunti, che per gli obiettivi a cui tende, completamente in linea con le finalità della bioeconomia e dell’economia circolare e, nello specifico, anche del piano regionale di gestione dei rifiuti (recupero dei rifiuti con maggior recupero di energia e materia possibile).

“Durante la tavola rotonda coordinata dal prof. Ennio Carnevale del Dipartimento di Ingegneria Industriale sono state discusse le opportunità del progetto in termini di trasferimento tecnologico e bioeconomia. È emersa, in particolare, l’importanza che la valorizzazione dei rifiuti organici riveste per l’agricoltura: i rifiuti organici risultano infatti molto utili per dare nutrimento al terreno.

“Avendo tra i suoi possibili prodotti i biocombustibili, il progetto può inoltre autosostenersi, dal momento che gli impianti di trattamento e depurazione sono altamente energivori.

“Ricordiamo che il progetto Bio2Energy è stato finanziato con il contributo dell’accordo di programma MIUR-Regione Toscana (DGRT 1208/2012) e vede la collaborazione di 6 partner: SEA Risorse S.p.A. (capofila), DIEF – Dipartimento di Ingegneria Industriale, PIN S.c.r.l., CNR/ICCOM, Cavalzani Inox S.r.l. e Alia Servizi Ambientali S.p.A”.

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ultimo aggiornamento: 05-01-2018


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