“La Commissione Europea penalizza la Versilia, non passa il progetto Europe Direct”. A comunicarlo è Alberto D’Alessandro, promotore del progetto EDIC Versilia che avrebbe portato a Villa Bertelli a Forte dei Marmi un’agenzia europea a livello locale con l’obiettivo di avvicinare il cittadino alle tematiche europee attraverso un’attività sia di sportello che di sensibilizzazione e l’organizzazione di eventi a livello decentrato. L’iniziativa di costituire l’Europe Direct Versilia era stata promossa dall’Unione dei Comuni della Versilia e dal Movimento Europeo Italia e supportata dalla Regione Toscana, dal Comune di Forte dei Marmi e dalla Fondazione Villa Bertelli.

 

“Malgrado che il progetto Europe Direct per il periodo 2018-2020 presentato dall’Unione dei Comuni della Versilia alla Commissione Europea (CE) sia stato valutato un ottimo progetto – prosegue D’Alessandro – la Versilia è stata estromessa dai progetti nazionali selezionati. Gli Europe Direct, principali centri di informazione europei sul territorio, sono stati ridotti da 50 a 41 in tutta Italia lasciando completamente scoperta la Toscana del Nord.

La Toscana infatti ha visto la conferma degli Europe Direct di Firenze e Siena e viene premiato il progetto di Livorno, peraltro già operativo da alcuni anni in abbinamento a Pisa. La Toscana però perdendo l’Europe Direct di Pisa, vede cadere totalmente nell’oblio le provincie del Nord della Toscana (Lucca, Massa e Carrara, Pisa e Pistoia). Neppure la conferma del vicino Europe Direct di La Spezia, che risponde a logiche territoriali e di finanziamenti regionali poco compatibili con quelli toscani, tranne rare eccezioni come il programma Marittimo, potrà colmare il vuoto in Versilia e in tutta la Toscana del Nord.

La razio adottata dalla Rappresentanza CE di Roma è stata quella di sostenere i progetti già esistenti senza favorire, se non in rare ipotesi, le nuove candidature, aumentando sì il contributo di cofinanziamento da 25mila a 32mila euro, a discapito però del numero complessivo delle agenzie territoriali. In una epoca in cui l’Europa è vista sempre con maggior diffidenza dai cittadini e dove insorgono i nazionalismi e i movimenti ispirati al fascismo e al nazismo ci si chiede quanto utile sia da parte dell’Europa questa scelta di ridurre e non aumentare il numero degli Europe Direct, non conferendo finanziamenti molto più consistenti alle agenzie territoriali della CE che avrebbero favorito una più capillare ed efficace presenza nelle regioni. Molte regioni italiane sono risultate sotto rappresentate e ampie aree regionali rimangono vuote. Gli Europe Direct sono infatti un utile strumento che avvicina i cittadini all’Unione Europea permettendo alla CE di meglio comunicare le tante iniziative prese dall’UE a vantaggio dei cittadini, sviluppando eventi locali, corsi di formazione sulle tematiche europee e i finanziamenti e contribuendo alle campagne promosse dall’UE, riducendo così la distanza, oggi ancora altissima, tra i cittadini e l’Europa”.

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