“All’Ospedale Versilia nel 2017 il Pronto Soccorso ha fatto registrare più di ottantamila accessi, per una media di 220 accessi al giorno, uno ogni sette minuti. Ma qui, come in quasi tutte le realtà ospedaliere della Toscana, serve più personale, siamo ben lontani dagli standard previsti dalla legge regionale per il pronto soccorso”. Lo afferma Paolo Sarti, consigliere regionale di Sì-Toscana a Sinistra, che da Lido di Camaiore ha iniziato un tour di visite e sopralluoghi nei presidi toscani. “Gli accessi al Versilia arrivano a oltre trecento giornalieri nei mesi di luglio e agosto -aggiunge Sarti- quando alla popolazione della zona si aggiungono mediamente ben 500 mila tra villeggianti e turisti”.

Secondo Sarti, che ha effettuato il sopralluogo assieme Nicolò Martinelli, Segretario della federazione Versilia di rifondazione Comunista e Francesco Corrotti, responsabile lavoro della federazione Versilia di Rifondazione Comunista, “la tenuta del sistema con questi numeri è il frutto della grande disponibilità del personale infermieristico e medico sotto la direzione del giovane primario Giovanni Pepe.  Ma i turni sono gravosi, a rischio stress e tutto questo buon lavoro rischia di entrare in crisi e disperdersi.  Sappiamo che quando il personale è stressato il rischio di errore aumenta e comunque scade la qualità dell’assistenza. Perché siano garantite efficienza e qualità durature deve essere assicurato un congruo organico: anche qui, come quantità di personale siamo ben lontani dagli standard previsti dalla legge regionale per il pronto soccorso. Ma anche le apparecchiature sono insufficienti, sia nel numero che nella qualità. Pur avendo tempi di accesso bassi rispetto ad altri pronto soccorsi, poi però l’attesa per il paziente diventa estenuante per accedere alla diagnostica ed avere risposte: radiologia e tac condivisa con altri reparti, ecografi insufficienti…”

“L’eccellenza raggiunta negli anni dalla sanità toscana si sta disperdendo: la buona qualità raggiunta negli anni è stata soprattutto merito del personale, medico, infermieristico, ostetrico e su questo dobbiamo puntare. Dobbiamo tornare ad assumere, ad investire in sanità, ulteriori tagli sarebbero insostenibili: nessuna riforma del servizio sanitario pubblico -conclude Sarti- potrebbe reggere a questo continuo, estenuante definanziamento!”

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ultimo aggiornamento: 15-01-2018


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