È la versione rock’n’roll di una fiaba, con Mick, Keith Ronnie e Charlie che ne scrivono la colonna sonora, con l’esplosione rivoluzionaria dei figuranti versione Sessantottini e quella scritta “Satisfaction” che non poteva rappresentare meglio le sensazioni dello sfilare per il primo anno nei carri di seconda categoria, portandosi poi a casa la vittoria.

Il protagonista indiscusso di questa favola è la matricola Luca Bertozzi  che, al suo debutto tra i carristi, trionfa nelle costruzioni piccole con il suo omaggio ai Rolling Stones. “È una doppia soddisfazione – racconta – aver vinto e aver avuto la possibilità di fare il carro. Quest’anno ho lavorato senza il peso della gara, volevo vivere il momento senza la tensione della competizione che avevo invece avuto con le mascherate. Sono stato davanti alla mia costruzione e me la sono goduta”.

Un testa a testa con il Pinocchio di Edoardo Ceragioli, considerato dai più tra i papabili vincitori. “Riconosco il lavoro di Edoardo, il secondo posto lo avrei accettato senza grosse delusioni. Viaggiavamo per due criteri di valutazione completamente diversi: io ho una buona tecnica della modellatura, lui l’ottima sintesi della metafora del tema e nell’esecuzione grafica. Lo invidio perché riesce a fare dei Bignami, delle sintesi di qualità”.

La capacità di rendere vivi e così similari alla realtà i personaggi che rappresenta è da sempre il marchio di fabbrica di Luca Bertozzi. Non si è smentito neanche al suo debutto sui carri con questo omaggio a Mick Jagger e compagni.  “È una costruzione nuova anche per me, lontana dalla satira,  nato dal mio desiderio di modellare i Rolling Stones, di celebrare i grandi in maschera.  Satisfaction non è un carro che racconta, che vuole sensibilizzare ma è un carro di ritrovo per gente di tutte le età, dai 70enni che ha vissuto quegli anni, fino ai bambini che lo hanno riprodotto nei loro disegni.  Sono un credo, per questo non li ho voluti stravolgere, andavano rappresentati così, con rispetto”.

(Foto: Matteo Ghilarducci)

Al suo primo anno tra i costruttori Bertozzi ha però portato una ventata di novità dalla band live (i bravissimi ragazzi de La Bicicletta a righe) a bordo del carro, al no alle coreografie,  fino ai costumi “fai da te” dei figuranti.  “La musica dal vivo è stato un valore aggiunto, un piano B alla spettacolarizzazione coreografica. I costumi erano a tema del carro, sotto i Rolling Stones ci doveva essere il Sessantotto. Ho cercato di prendere la forza della reazione delle generazioni e, corso dopo corso si è avverata una cosa di collettività , una contaminazione fuori dalle regole, una trasgressione come erano i Rolling Stones. Alcune maschere di altri carri hanno appeso il vestito alla gruccia e hanno indossato abiti anni Sessanta-Settanta unendosi alla rivoluzione”.

E la dedica per questo trionfo non può che andare a tutta la banda Bertozzi “alla squadra di lavoro che parte da poche persone e che si amplia con il sostegno di tutti coloro che hanno sfilato con noi”.

Adesso la festa con  un pensiero al 2019. “Sono consapevole che il prossimo anno sarà ancora più difficile, avrò  una grossa responsabilità. Spero di lavorare con la libertà esecutiva che ho avuto per Satisfaction e spero di fare in tre anni tre cose diverse”.

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ultimo aggiornamento: 18-02-2018


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