Valentina Mozzoni, dopo una lunga intervista,  racconta in questo articolo  il Progetto Comunità Aperta di  Pietrasanta

“Durante il periodo pre-elettorale, sentiamo parlare in maniera quasi compulsiva di molti degli argomenti che stanno a cuore ai cittadini, tutti i politici sembrano essersi svegliati da quel torpore che, in genere, li caratterizza nella pausa tra una elezione e quella successiva, poi, ad un certo punto e´un po`come a Natale, tolti gli addobbi, sembra proprio che nelle scatole, in soffitta, finiscano anche il calore e l´umanita` delle persone, anche se non ovunque è così, per fortuna.

Esiste un luogo, un luogo di rifugio, dedicato a persone che hanno bisogno di aiuto per combattere problemi di tossicodipendenza, dove ho dovuto faticare per fare questa intervista, qui la porta non si chiude MAI e c`é sempre qualcuno ad accoglierti quando il mondo intero e la societa` ti rifiutano, ma sono tutti un po`schivi e hanno sempre un gran da fare.

Ecco, quell´ancora di salvezza con un`utenza da far paura e tre piccole stanze come sede, che da troppo tempo attendono di essere ristrutturate, si chiama P.C.A., Progetto Comunita`Aperta, che ha collaborato e affiancato il S.E.R.T. di Pietrasanta per diverso tempo, poi, dal momento della chiusura dello stesso, funziona da proiezione del S-E.R.D. di Viareggio ma, taglia oggi, taglia domani, anche questa realtà è al limite delle sue forze e rischia di collassare, avendo più che dimezzato sia i tempi di assistenza che quelli di somministrazione dei farmaci di ausilio, considerata poi la realtà alla quale non ci si può assolutamente sottrarre, vale a dire, un tossicodipendente, come qualsiasi altro paziente, se non curato idoneamente costa il doppio di quello che potrebbe costare al Servizio Sanitario se curato in maniera idonea, perché la tossicodipendenza è una patologia, tirando le somme, il quadro che si presenta non è certo dei migliori. Il P.C.A., inoltre, non ha più la convenzione con la Asl, per questo servizio, e va avanti prorogando quella scaduta da circa un anno. Appena entri in sede, ti accoglie Nando Melillo, una persona adatta al ricevimento grazie alle sue innate qualità: simpatia, estrema disponibilità, discrezione e grande competenza. Si tratta di un operatore che lavora a fianco del team specialistico del quale fanno parte, oltre a lui, due psichiatri, la dott.ssa Denise Gazzarrini e la dott.ssa Mata Hernadez Belen, una psicologa, la dott.ssa Valentina Torri, un´infermiera professionale, Liliana Biagi, un´impiegata amministrativa, Francesca Nardini.

A Nando ho un sacco di domande da fare, soprattutto ho la necessità di sapere quali siano le criticità di questo servizio, ma non me ne da il tempo e finisce per travolgermi,come un fiume in piena, con tutta la passione con cui svolge il suo lavoro sulla strada, tra le persone che hanno bisogno del suo aiuto, dandomi un milione di ragioni per farmi credere di essere nel posto giusto a raccontare di questo progetto che, ahimè, sta rischiando grosso.

“Attualmente, con i tagli verticali operati dalla Asl, a malapena riusciamo a restare in piedi – riferisce Nando – stiamo usufruendo di un fondo regionale, che avrà poco più di qualche mese di autonomia, e un finanziamento dell´Amministrazione Comunale ottenuto nel periodo in cui  era guidata da Massimo Mallegni. Se queste risorse termineranno, senza che qualcuno abbia provveduto, siamo destinati a cessare il servizio. Purtroppo la tossicodipendenza è tuttora considerata un argomento scomodo, con cui la società fa una gran fatica a rapportarsi e ciò comporta che le strutture che se ne  occupano siano sempre poco rappresentate nonostante si sia a conoscenza del fatto che esiste un substrato di utenza che non accede, o forse, sarebbe il caso di dire, che non riesce ad accedere al progetto di recupero.

Il nostro è un servizio alla comunità di Pietrasanta ma anche a quelle limitrofe, assistiamo circa 160 pazienti, ci occupiamo prevalentemente di tossicodipendenze da eroina e cocaina ma, in questo periodo, ha preso il via anche un progetto pilota dedicato alla ludopatia. Il nostro intervento, dati i finanziamenti su cui possiamo contare, come accennato prima totalmente insufficienti, cerca di migliorare la qualità di vita dei nostri pazienti, puntiamo a ridurre il danno, ad esempio, forniamo assistenza medica con farmaci di ausilio come il metadone, distribuiamo siringhe nuove se ci portano quelle usate, contraccettivi che impediscano il diffondersi di malattie sessualmente trasmissibili, siamo sempre pronti ad intervenire come una vera e propria unità di strada, perché è da questo punto che siamo partiti, dalla strada, oltre a fare formazione e a dare sostegno psicologico e psichiatrico a chi si rivolge a noi.  Uno dei drammi che spesso affrontiamo, al meglio delle nostre possibilità, è quello delle politossicodipendenze, che intervengono nel momento in cui, all`abuso di sostanze, si somma quello di alcol e psicofarmaci, questo il quadro assistenziale del P.C.A.. Per quanto concerne l´aspetto amministrativo, invece, essendo il Comune di Pietrasanta commissariato, al momento, e con il fatto che presto si procederà a nuove elezioni, abbiamo la speranza di comparire nei programmi elettorali dei politici che si candideranno. Speriamo che si rendano conto che il P.C.A. svolge un servizio determinante per il nostro territorio, da oltre 30 anni, e che la sua soppressione lascerebbe i pazienti, sia quelli attualmente in cura che i potenziali fruitori del servizio, senza la benché minima ancora di salvezza. Inoltre con la riorganizzazione della Asl in area vasta, per noi è sempre più difficile trovare un interlocutore che si prenda veramente a cuore la sorte della nostra struttura, e questo a livello locale. A livello nazionale, invece, i politici si dovrebbero rendere conto dell´opportunità di ricostituire quella che era la Conferenza Nazionale sulle Droghe, affinché si possa monitorare la situazione su tutto il territorio e implementare i servizi secondo le reali esigenze dei pazienti, attivando, ad esempio, l´ allerta rapida che consiste nell´esame immediato delle sostanze che sono oggetto di sequestro affinché possano essere allertati i tossicodipendenti nel caso circolino partite di droga letali, come spesso accade, a causa dell´alterazione della loro composizione, insomma, quelle che in gergo sono definite “tagliate male” e possono causare la morte di chi le assume, nel giro di pochi minuti. Un´altro aspetto molto importante, di cui con il tempo abbiamo potuto valutare gli aspetti positivi, è la possibilità di affiancare al progetto di recupero dei tossicodipendenti, quello della borsa lavoro, spesso i soggetti che fanno uso di sostanze stupefacenti sono persone che provengono da numerosi fallimenti, nella loro vita, il fatto di sentirsi nuovamente utili, coadiuva in maniera preponderante l´attività terapeutica”.

A conclusione di questa intervista interviene anche la dott.ssa Denise Gazzarrini per spiegarci, in maniera più tecnica, in cosa consiste la tossicodipendenza: “tutte le sostanze di cui abbiamo parlato agiscono a livello dei nuclei celebrali che sono quelli della ricompensa nel sistema del piacere. Questo è stato rilevato anche per quanto riguarda il comportamento e non solo l´uso di sostanze, come nel caso del gioco d´azzardo patologico, significa che, la ricompensa che ne deriva, va ad agire sulle stesse aree cerebrali che si attivano con le droghe, con l´alcol, la nicotina e anche con il gioco in individui predisposti, quindi, la tossicodipendenza o la dipendenza sono il risultato dell´interazione tra il substrato genetico-cerebrale dell´individuo, che quindi è predisposto, e la sostanza stessa o il comportamento. Questa una delle novità degli ultimi anni, anche se, al momento, è rientrato, in qualità di comportamento patologico, soltanto la ludopatia,  ma sono sotto studio altri comportamenti che causano dipendenza.”

Per chiunque abbia bisogno di aiuto o intenda sapere di più su questo progetto, può visitare il sito del P.C.A. www.sims.it”

 

 

 

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ultimo aggiornamento: 02-03-2018


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