La veste impalpabile del battesimo diventa il simbolo della purezza e dell’innocenza dell’infanzia. Turid Gyllenhammar, artista norvegese classe 1957, che dal 2012 lavora allo Studio SEM di Pietrasanta, li raffigura nella pietra, facendoli diventare sculture, storie, metafore: quanto aerei sono i tessuti degli abitini, quanto solida deve essere l’affermazione dei diritti dell’infanzia in ogni comunità civile. Tutto nasce nel 2015 quando l’artista ha realizzato un mostra di antichi vestiti regionali da battesimo nella Chiesa Nøtterøy, intitolata “Guarda il mio Vestito”, per un totale di 35 vestiti da battesimo, ognuno dei quali con la propria unica espressione di storie personali e tradizioni artigianali. Insieme ai vestiti, che pendevano dal tetto come angeli, l’artista ha interpretato il tema attraverso una collezione di sculture di marmo.

Durante gli ultimi cinque anni ha sviluppato questo motivo attraverso il suo lavoro proprio allo Studio Sem. Ecco che nasce il progetto espositivo “Vita Nuova” che Gyllenhammar presenta da sabato 7 aprile (inaugurazione alle ore 17) a domenica 22 aprile nella sala delle Grasce del Complesso di Sant’Agostino. L’artista sceglie meticolosamente le pietre che utilizza, le sue sfumature di colore, il disegno orginale, per creare un’illusione tessile e un gioco di simboli. Vesti da battesimo, vesti da sogno, vesti da principessa, vesti da sposa, vesti candide che richiedono protezione e attenzione, proprio come i diritti dell’infanzia e delle donne.

La curatrice Tone Kathrine Lyngstad Nyaas spiega: “La serie dei lavori scultorei inclusi in “Vita Nuova” è realizzata con pietre marmoree differenti, provenienti da tutto il mondo, in modo da riflettere una prospettiva globale che esprima i diritti umani universali dei bambini. Il motivo ripetitivo di un vestito da bambina mostra che le parti pure ed innocenti dell’infanzia devono poter esistere in tutte le comunità. Questo motivo è una metafora di nuova vita, di speranza, e l’entrata in un futuro in cui la vita possa espandersi e fiorire senza soggiogamento, privazioni e povertà.

Nella filosofia artistica di Turid Gyllenhammar, che si avvale di varie tecniche espressive, dal ricamo alla fotografia, dalla pittura alla scultura, gioca un ruolo centrale la donna, i ricordi d’infanzia e le esperienze di vita fin dalla maternità.

Si ringraziano per la preziosa collaborazione Keara Mcmartin e gli artigiani dello Studio Sem Scultori Associati.

(Visitato 142 volte, 1 visite oggi)

Pietrasanta, Mallegni dà il via alla campagna elettorale di Alberto Giovannetti

Piccole scene all’opera al Puccini Museum