“Proseguire le azioni di contenimento della specie aliena, con interventi coordinati e frequenti” questo l’estremo riassunto della strategia posta in campo dal Dipartimento di biologia dell’Università di Firenze, dopo quattro anni di studio e sperimentazione condotti sul Lago di Porta, insieme ai Comuni di Montignoso e Pietrasanta e al Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord.

I risultati del lavoro di ricerca sono stati illustrati sabato a Villa Schiff Giorgini , durante l’interessante seminario che aveva come tema gli aspetti di conservazione e criticità della flora e della vegetazione del Lago. Gli studi hanno sottolineato l’importanza del sito, area naturale protetta di interesse locale (ANPIL) gestita dai due Comuni, elencando le numerose specie vegetali di pregio censite, alcune delle quali anche rare.
Eppure questo scampolo di paradiso e biodiversità è da almeno quindici anni minacciato dalla presenza di una specie aliena che ha letteralmente invaso i corsi d’acqua attorno al Lago: il mirofillo acquatico.
“La presenza di questa specie nel lago di Porta venne determinata nel 2004 e fu la prima stazione accertata in Toscana – spiega l’Assessore all’ambiente del Comune di Montignoso Massimo Poggi – Il suo sviluppo incontrollato nel tempo a danno delle altre piante e dell’ecosistema ci ha convinti a studiarne il fenomeno e oggi siamo qui per capire i risultati del monitoraggio e concordare le migliori azioni da intraprendere”.
La pianta, riconosciuta a livello internazionale come specie fortemente invasiva degli ambienti acquatici, è compresa nell’elenco delle 49 specie invasive stilata dall’Unione europea in un regolamento recepito dalla normativa italiana lo scorso dicembre.
Dopo aver mappato i corsi d’acqua attorno al Lago di Porta interessati dalla presenza della pianta, l’Università ha chiesto la collaborazione del Consorzio di Bonifica per le attività mirate condotte sul campo, attività diverse e sperimentali, di taglio, eradicazione e estirpazione. I tecnici del consorzio hanno fornito la massima disponibilità conformando la propria attività di manutenzione dei corsi d’acqua secondo le indicazioni dettate dagli studiosi, lavorando a stretto contatto e valutando caso per caso il da farsi. Nel fosso Goletta e sulla Fossa Fiorentina, ad esempio, sono state tagliate le piante dalle radici, agendo fin sotto lo strato di fango del fondale e coprendo con teli neri le parti tagliate, per evitarne nuovi butti vegetativi. Più complicati sono invece gli interventi nei punti in cui la pianta aliena si mischia con le nostre specie pregiate: in questi casi occorre agire puntualmente per togliere solo il miriofillo senza danneggiare le piante locali.
“E’ importante intervenire in modo organizzato per contrastare lo sviluppo di questa specie aliena per la salvaguardia del nostro patrimonio ambientale – conclude il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi – Confidiamo nelle professionalità dell’ateneo Fiorentino e auspichiamo che venga trovata una soluzione a questo problema con metodologie che potremmo condividere e applicare in ogni zona del comprensorio in cui si sta verificando questa autentica invasione.”

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