L’Italia riparte se riparte il lavoro. È questo il messaggio che Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro Pmi, associazione datoriale delle piccole e medie imprese ha indirizzato ieri al neopremier Giuseppe Conte, esprimendo disponibilità a collaborare con il nuovo esecutivo per un piano che riconosca il ruolo delle Pmi nella tenuta del tessuto economico italiano e le accompagni nella ‘quarta rivoluzione industriale’.
In particolare, il Centro Studi Conflavoro Pmi ha redatto un manifesto per una nuova idea di lavoro dall’esperienza di anni di ascolto delle istanze dei lavoratori: proposte per alleggerire norme e regolamenti e rendere la piccola e media impresa italiana più competitiva in Europa.
Quel documento arriverà sulla scrivania del presidente del consiglio dei ministri. “Queste proposte – scrive Capobianco sintetizzando il decalogo – prevedono alcune forti innovazioni nel sistema italiano del lavoro, come un codice digitale del lavoro chiaro e accessibile a imprese e lavoratori, così da evitare il più possibile controversie; ma anche standard retributivi orari minimi per i lavoratori, così da contenere, se non eliminare, l’odiosa pratica del dumping contrattuale che incide negativamente sulla qualità del lavoro e della vita”. “Proponiamo inoltre – continua il presidente di Conflavoro Pmi – una rivisitazione al ribasso del cuneo fiscale e previdenziale che possa permettere l’aumento del potere d’acquisto per i lavoratori; la costituzione di un’agenzia per l’occupazione e lo sviluppo, frutto di una riforma degli attuali centri per l’impiego, che non abbia solo funzioni di incontro tra domanda e offerta di lavoro, ma che analizzi i fabbisogni delle aziende e formi, in collaborazione con scuola, università e imprese, le nuove generazioni e i lavoratori che vogliono evolversi attraverso un percorso di qualificazione professionale: passaggi propedeutici una riforma dei contratti collettivi nazionali”.
Al manifesto, Conflavoro accompagnerà un dossier sullo stato vitale delle piccole e medie imprese italiane e delle partite Iva nel decennale della crisi. “Fra gli innumerevoli disagi – analizza Capobianco – una pressione fiscale di portata francamente insostenibile e un costo del lavoro tra i più alti in Europa, in grado di incidere in modo grave nei bilanci aziendali. Riteniamo necessario e improrogabile un piano industriale degno di questo nome, che tuteli e incentivi lo sviluppo delle piccole e medie imprese, agendo sul fronte degli sgravi e semplificando l’accesso al credito grazie a requisiti di fruibilità meno stringenti”.
Molte delle proposte di Conflavoro Pmi sono rintracciabili nel contratto di governo stipulato tra le forze politiche che formano l’esecutivo guidato da Conte: condizione che lascia intravedere, secondo l’associazione di categoria, concrete possibilità di collaborazione per il raggiungimento degli obiettivi comuni. Ma ora alle parole devono seguire i fatti.

 

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ultimo aggiornamento: 10-06-2018


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