Indagine chiusa sulle morti sospette all’ospedale di Piombino: per la Procura di Livorno, Fausta Bonino, l’infermiera accusata di aver ucciso 10 pazienti, 4 casi sono stati archiviati, è responsabile di averli uccisi con iniezioni di eparina.  Indagato, per tre pazienti, anche il dottor Michele Canalis, primario del reparto dal 30 dicembre 2014.

L’indagine, “Operazione Killer”, iniziata a metà anno del 2015 e scaturita da una segnalazine di una inspiegabile morte di un anziano per emorragine diffuse, che portò all’arresto dell’infermiera, fu condotta dai Nas, Carabinieri del Nucleo Anti Sofisticazione, diretti dall’allora comandante Riccardi, e mise in luce anche le modalità con le quali l’infermiera aveva cagionato la morte dei poveri pazienti, ovvero attraverso l’iniezione letale, non per fini terapeutici, di un farmaco anticoagulante (EPARINA) tanto da determinare, soprattutto in alcuni casi, una rapida, diffusa ed irreversibile emorragia con conseguente morte. La presenza di tale farmaco era stata riscontrata nei rispettivi esami ematochimici effettuati sui pazienti nel corso dell’ordinario monitoraggio clinico, che avevano evidenziato una concentrazione, in alcuni casi, anche 10 volte superiore rispetto a quelle compatibili con le consentite dosi terapeutiche. I pazienti deceduti, uomini e donne di età compresa fra i 61 e gli 88 anni, in molti casi avevano patologie per le quali la somministrazione dell’eparina non rientrava nelle possibili terapie

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ultimo aggiornamento: 17-06-2018


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