Sarà il fascino eterno di personaggi immortali come Don Camillo e Peppone, ma il folto pubblico che ha presenziato, l’altra sera, a Villa Bertelli, all’inaugurazione della mostra “Don Camillo, Peppone, e il crocifisso che parla” ha potuto godere del privilegio di ripercorrere questa saga letteraria e cinematografica che non ha eguali in tutto il mondo. Tagliando il nastro della mostra, il Sindaco di Forte dei Marmi Bruno Murzi e il presidente del Comitato Satira Umberto Donati hanno anche di fatto inaugurato le manifestazioni legate al Premio Satira, che da quest’anno – come ha sottolineato Murzi – “cambia data e formula, insinuandosi all’inizio dell’estate con una proposta che vuol superare la cerimonia della premiazione arricchendola di spettacoli e incontri; formula che se avrà successo, come tutti noi ci auguriamo, potrebbe diventare, già dal 2019 un’intera settimana di eventi. Il merito – ha concluso il sindaco – va ai membri del Comitato e al personale comunale che stanno lavorando assieme e alacremente alla buona riuscita di questa edizione in cui noi crediamo tantissimo.” “La mostra che abbiamo voluto fermamente – ha poi spiegato il presidente Donati – vuol essere un omaggio a Giovannino Guareschi in concomitanza con le celebrazioni per il 50° della scomparsa e il 110° anniversario dalla nascita che cadono, appunto entrambe nel 2018. Un autore a cui il Premio e il Museo della Satira sono legati da sempre, grazie anche all’affettuosa amicizia con i figli Carlotta, purtroppo immaturamente scomparsa, e Alberto.” La mostra, che è ospitata al primo piano della Villa Bertelli a Vittoria Apuana resterà adesso aperta fino al 15 luglio (ingresso libero) e vuol essere una carrellata di interessantissime e divertenti foto di scena che documentano la lavorazione dei primi film di Don Camillo e Peppone. Attraverso un bianco e nero evocativo dell’atmosfera degli anni Cinquanta è interessante vedere come la troupe e i due celebri attori, Fernandel e Gino Cervi, interagiscono tra di loro, con gli altri attori, ma soprattutto con la popolazione di Brescello e Boretto dove i film vennero girati e ambientati. Ed è altrettanto interessante, anche osservare attraverso queste immagini d’autore come restituiscano nel suo vigore letterario e socio-politico anche lo stesso Giovannino Guareschi che seguiva da vicino il procedere della lavorazione dei film e che inizialmente avrebbe dovuto esserne addirittura unod ei protagonisti, donandoci quel “Mondo Piccolo”, paradigma della realtà rurale italiana del dopoguerra.

 

 

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ultimo aggiornamento: 18-06-2018


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