«Basta tagli alla sanità in aree geograficamente complesse come la Garfagnana e per branche tanto delicate come il servizio dialisi. Se le considerazioni contabili arrivano ad avere per la Regione la centralità che spetterebbe al paziente, il sistema salute non può reggere. Per di più qui, con il settore dialitico dell’ospedale Santa Croce di Castelnuovo portato a perfetto funzionamento con lavori importanti tra il 2009 e il 2010, il rapporto costi-benefici non quadra»: a parlare così è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che non ci sta al trasferimento del ‘pacchetto-dialisi’ di Castelnuovo Garfagnana verso Barga dal prossimo 15 luglio. «Che sarà pure stato concordato con i sindaci – dice – ma ciò non lo rende un provvedimento giusto e adatto al territorio», osserva.

Per lo meno, non ora: «E’ assurdo che un processo di riorganizzazione pianificato nel 2009 arrivi a dama adesso. I presupposti su cui si fondava questa strategia, ammesso che una strategia al di là del contenimento della spesa esistesse, in nove anni sono cambiati per forza. Cambia la popolazione, il cui invecchiamento in area montana pesa più che altrove per via delle peculiarità territoriali legate a minori servizi e supporti sociali, e peggiora lo stato infrastrutturale con strade che d’inverno soprattutto spesso sono impercorribili. E da Castelnuovo a Barga di strada da fare ce n’è. Come potranno questi pazienti tra i più fragili contare su un accesso sereno alle loro terapie? Non potranno. Questa decisione è da rivedere, e invito i sindaci – lancia l’appello Marchetti che per la provincia di Lucca è anche coordinatore del suo partito – a far sentire la loro voce nell’interesse delle loro comunità».

Per rivedere una scelta sbagliata, è il parere di Marchetti, c’è sempre tempo: «Prima di smantellare tutto Regione e Asl ci ripensino. Basta con i dispacci improntati a regale serenità con cui si tenta di far passare come migliore dei mondi possibili quello sanitario toscano che abolisce un servizio salvavita per i pazienti che vi ricorrono. A loro delle beghe contabili di un sistema con troppe scrivanie e pochi posti letto importa poco. Servono le cure».

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