Andrea Palmeri resta irreperibile.  E’ caccia aperta all’ex capo degli ultras lucchesi. Su di lui pende un ordine di arresto.

“Con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, avendo ricevuto un corrispettivo economico o avendone accettato la promessa, combatteva a fianco delle milizie filo-russe) nel conflitto armato sviluppatosi nel territorio del Donbass (Ucraina orientale) tra esercito Ucraino e milizie filorusse nonché partecipava ad azioni, preordinate e violente, dirette a mutare l’ordine costituzionale o a violare l’integrità territoriale del Governo ucraino, Stato estero di cui non era né cittadino né stabilmente residente, senza far parte delle Forze Armate di alcuna delle parti in conflitto: fatto aggravato in quanto alla sua commissione ha contribuito un gruppo criminale organizzato impegnato in attività criminali in più di uno Stato”, si legge tra i capi di accusa.

Una articolata e minuziosa attività di indagine quella svolta dai militari della Sezione Anticrimine di Genova del ROS Carabinieri – fondata prevalentemente sulle attività tecniche (intercettazioni telefoniche/ambientali/telematiche, implementate da escussioni testimoniali ) e sul monitoraggio eseguito sul web, che ha consentito di identificare un gruppo di soggetti coinvolti a vario titolo nel fenomeno dei  foreign fighters.

Andrea Palmeri, cosi come Antonio Cataldo, dalle risultanze dell’inchiesta, risultano effettivamente inquadrati nelle milizie filo-russe separatiste dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Lugansk e, sempre secondo gli inquirenti, vengono pagati in dollari, ma non è emerso chi finanzi, come ammesso dallo stesso Palmeri in alcune interviste con i media.   Anche il giornalista de Le Iene Luigi Pelazza, che ha intervistato Andrea Palmeri (QUI IL VIDEO:  https://www.iene.mediaset.it/video/pelazza-italiani-che-combattono-la-guerra-di-altri_68640.shtml ) figura tra le persone sentite dagli inquirenti nell’operazione dei Ros di Genova che ha portato agli arresti di tre persone accusate di reclutamento di mercenari  tra le file delle milizie separatiste filorusse nel Donbass, teatro di scontri armati con le truppe di Kiev. Palmeri, alle telecamere di Mediaset, ha ammesso, infatti, di ricevere un rimborso spese per i servizi prestati: circa 400 euro al mese

Ma come arrivano dall’Italia i mercenari? L’attività investigativa ha permesso di accertare che i nostri connazionali che intendono recarsi nel Donbass, raggiungono in volo la cittadina russa di Rostov dopo aver fatto scalo a Mosca per poi raggiungere il territorio della repubblica autoproclamata passando dal confine russo. Palmeri, invece, sempre secondo gli inquirenti, avrebbe raggiunto Lugansk nel maggio 2014, dopo essersi sottratto alla misura di sorveglianza speciale inflittagli a Lucca,  verosimilmente a bordo della propria autovettura, una Bmw con targa italiana.

Nessun commento, per ora, da parte del legale di Palmeri, l’avvocato del Foro di Lucca Emanuele Fusi, che deve ancora prendere visione del fasciolo e definire la linea difensiva per il suo assistito.

Andrea Palmeri, l‘ex capo dei Bulldog, “scomparso” dalla città della mura nell’aprile 2014, dopo aver combattuto tra i miliziani, ricevette anche la cittadinanza per meriti, concessagli dal presidente del Lugansk, poi per l’ex generalissimo erano iniziate le missioni umanitarie del Save Donbass People, per aiutare chi, soprattutto molti bambini di Lugansk, era rimasto senza niente. Guerra e non solo, per Palmeri, che da guerrigliero filo russo era diventato volontario in una situazione sempre più drammatica, con la popolazione civile che stava vivendo una catastrofe umanitaria.

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