Regolamento Urbanistico, la riflessione di Fabrizio Manfredi:

“In questi giorni è stato adottato dal C.C. di Viareggio il R.U.. E’ un fatto importante dal punto di vista politico/amministrativo nella vita della città che mi induce ,essendo” persona informata dei fatti”,a compiere a caldo due ordini di sintetiche considerazioni.
1) Cosa mi piace di esso.In primo luogo il fatto che si sia adottato perché è uno strumento fondamentale per il governo del territorio. Esso era atteso da 10 anni,non 21,allora fu approvata la Variante Generale al vecchio Piano Regolatore e non vi era ancora la nuova legge urbanistica  regionale che lo contemplava. Ma da 10 anni si, dal termine della seconda consigliatura Marcucci e da quella proposta di R.U. che non potemmo adottare per la guerra fra bande che si era scatenata all’interno del nascente PD viareggino e che lasciammo pronta alla segreteria del C.C. perché potesse essere adottata appena fosse iniziata la nuova di consigliature.Da allora nulla di fatto in modo vero sino ad oggi. In secondo luogo quello di aver assorbito una parte significativa delle scelte ed addirittura delle cartografie del piano nostro sopra richiamato,all’interno della doverosa cornice qualitativa e quantitativa del Piano Strutturale che predisponemmo ed approvammo definitivamente nel 2004.
2)Cosa non mi piace. Il metodo : esso mi è sembrato molto sbrigativo sia nella stesura della proposta che nel confronto,nella informazione e nella partecipazione della città sulla stessa. Il tono: continua ad esserci troppa enfasi e retorica nella vicenda amministrativa, anche nella rappresentazione di questo tema. Ho già detto della bufala dei 21 anni ma voglio poi ricordare e rivendicare che Viareggio ha vissuto nella stagione del centrosinistra(quella ampia dal 1994 al 2008) una fase di governo del territorio ricca di scelte e di atti (la Variante Generale del 97,il Piano Strutturale del 2004,il nuovo Regolamento Edilizio,il Piano Regolatore Portuale,i vari Piani di Gestione del Parco etc..) senza una parte dei quali lo stesso R.U. in discussione non potrebbe esistere.Infine nel merito.Diciamo che vi sono dei limiti di fondo di carattere complessivo che lo fanno essere un Piano senza grande respiro,in certi casi un po’ disorganico e sfilacciato,un assemblaggio ed una sommatoria di cose un po’ spuria e burocratica.
In particolare: condizionato dalla scelta originaria di incentrarsi solo sui Sistemi urbani si preclude da un lato una pianificazione sui Sistemi agricoli e dall’altro non dialoga sufficientemente con porzioni di territorio comunale soggette ad altra pianificazione (porto,Parco); il tema delle infrastrutture viarie , dei parcheggi e della mobilità non è adeguatamente comprensibile (sono ad es. scomparsi parcheggi esistenti;non se ne prevedono in luoghi strategici sia sopra che sotto suolo;se ne ipotizzano altri in modo un po’ velleitario e confuso) così come è cervellotica la ricollocazione del terminal bus;per il Sistema urbano di Torre del Lago vi è una pochezza di proposta quasi sconcertante ; non si intravedono scelte a sostegno di una rinnovata ricettività turistica; nella norma prevista nel P.S., tesa a coinvolgere i soggetti privati nel potenziamento del “capitale sociale”,dell’armatura complessiva della città, vi è una frantumazione quantitativa  di cessioni ed un scarsa qualità di esse (dove scuole, asili,strutture sportive,spazi culturali etc?..) ;vi è una previsione di nuove strutture commerciali che pur rientranti nei parametri del dimensionamento risultano in certi casi ridondanti e quindi preoccupanti. Non vi è una proposta su di un’area strategica di recupero come la Salov ; il tracciato della strada di attraversamento della Fervet come prolungamento della Via delle Darsene sino a Via Indipendenza rientra nel comparto complessivo privato lasciando quindi nelle mani della proprietà la concessione o meno della porzione di terreno su cui transitare.
Potrei continuare:con ciò non voglio istigare a” gettar via il bimbo con l’acqua sporca ” ma spronare le Associazioni, i professionisti, i cittadini ad avanzare nei prossimi 60 giorni osservazioni puntuali e costruttive per migliorare i limiti , ridurre gli errori e le dimenticanze di uno strumento comunque prezioso per la vita collettiva”
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