Dopo il tam tam lanciato su internet svariate decine di cittadini armati solo di cartelli e bandiere si sono ritrovate ieri, primo settembre, alle 18 in Piazza Mazzini, per proclamare “Non siamo 60 milioni di razzisti”.

“Non siamo 60 milioni di razzisti, sempre pronti a trovare un capro espiatorio nei più deboli e indifesi, i migranti, da criminalizzare ma anche da sfruttare con i caporali nei campi di pomodori, oppure come in Versilia nelle cucine degli alberghi, nelle serre, nell’edilizia e nei peggiori lavori nei cantieri navali. Noi pensiamo che “aiutare i migranti a casa loro” non dovrebbe essere una scusa per farli morire in mare o sequestrarli nelle navi della Guardia Costiera e delle Ong.

Significa invece smettere di depredare le loro risorse, di scaricare nei loro Paesi i nostri rifiuti pericolosi, di rubare i loro terreni o desertificarli a causa degli sconvolgimenti climatici dovuti alle emissioni di CO2 dei Paesi “più sviluppati”, significa smettere di schiavizzare i lavoratori del Sud del mondo per pochi dollari al giorno, per garantire i profitti a multinazionali che poi ci rivendono merce scadente nei centri commerciali; quelle multinazionali a cui, anche qui in Italia, abbiamo svenduto imprese, servizi pubblici e reti di trasporti. Siamo consapevoli che le guerre da cui scappano molti migranti sono quasi sempre determinate dalle superpotenze economiche e militari per impadronirsi delle loro risorse e che siamo noi – Italia e Occidente – a vendere le armi con cui si combattono i conflitti, con la complicità dei corrotti locali. Siamo cittadine e cittadini che non pretendono di parlare a nome di tutti ma che credono nella democrazia, nella partecipazione e nella solidarietà, e che difendono la Costituzione nata dalla Resistenza, i suoi principi antifascisti e antiautoritari, che bandiscono ogni razzismo e discriminazione e stabiliscono l’uguaglianza di fronte alla legge, anche per i ministri della Repubblica. Quei ministri di quei governi che fanno propaganda elettorale manipolando l’opinione pubblica con la paura dell’“invasione degli stranieri”, che ostentano disumanità e razzismo spacciandoli per “sicurezza”.”

Motivazione della manifestazione, a firma Porti Aperti Viareggio: “Opporci alla deriva xenofoba e autoritaria che sta cambiando il volto della nostra società, per ribadire la nostra convinzione che ogni essere umano è portatore di diritti inviolabili, per chiedere il rispetto del diritto umanitario e internazionale calpestato.”

Era presente anche una delegazione dell’ANPI.

 

 

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antifascista antirazzista cittadini manifestazione presidio

ultimo aggiornamento: 02-09-2018


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