Continua la strage di pecore in Garfagnana ad opera dei lupi, che si fanno sempre più audaci e colpiscono anche vicino alle stalle e alle abitazioni. «Proprio in questi giorni – dice il direttore della Cia Toscana Nord, Alberto Focacci – abbiamo assistito all’ennesimo attacco da parte dei lupi. Non possiamo più perdere tempo: gli allevatori e gli agricoltori hanno bisogno oggi del sostegno di enti e istituzioni per compensare tempestivamente la perdita di reddito legata alla presenza di questi predatori».

Il direttore della Cia Toscana Nord ribadisce la necessità del diritto all’autodifesa da parte degli agricoltori: «Ritengo – afferma Focacci – che sarebbe utile aprire una sperimentazione di difesa dai lupi usando armi non letali». Secondo Focacci si potrebbero utilizzare a questo scopo dei fucili caricati a pallettoni di plastica, che non uccidono il lupo, ma comunque hanno la funzione di spaventare l’animale.

Secondo gli esperti, da studi effettuati anche sul campo, infatti, il ritorno dei lupi in territori che ne avevano perso anche la memoria storica, comporta necessariamente l’insorgere di pesanti conflitti. A dover essere ristabilito è il rapporto tra uomo e lupo: «La paura che il lupo ha dell’uomo non è atavica, come spesso viene detto – spiega Focacci – ma è dettata dal fatto che l’animale, nei secoli, ha associato l’uomo al concetto di pericolo per la propria sopravvivenza. E’ importante, quindi, che il predatore avverta chiaro questo pericolo e, mediante l’utilizzo di armi non letali, l’autodifesa dei pastori assume anche un valore etologico, in quanto ‘educa’ il lupo a non avvicinarsi all’uomo».

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ultimo aggiornamento: 24-10-2018


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