La pesca sostenibile, la riduzione dello scarto e la gestione delle risorse ittiche sono i temi che sono stati discussi al convegno pubblico che lo scorso 15 ottobre si è tenuto presso la “Cittadella della Pesca” OP (Organizzazione di Produttori) di Viareggio. All’incontro, promosso dai ricercatori del CIBM (Centro Interuniversitario di Biologia Marina) di Livorno, ha partecipato un nutrito ed interessato pubblico, composto in primo luogo da molti pescatori viareggini, ma anche da ricercatori dell’Arpat e rappresentanti della Regione, delle Associazioni della pesca e della Capitaneria di Porto.
Il CIBM ha presentato le ultime novità delle ricerche su attrezzi e pratiche di pesca innovative, volte a ridurre lo scarto e a realizzare una pesca maggiormente sostenibile dal punto di vista ambientale e allo stesso tempo redditizia per le imprese. La riduzione dell’impatto dello scarto della pesca è una tematica di estrema attualità, sulla quale si sta investendo molto anche in ricerca ed innovazione. Il CIBM di Livorno con la cooperativa di ricerca Aplysia sta partecipando, assieme ad altri 15 partner di tutta Europa, ad un progetto di ricerca denominato MINOUW (“MINimization Of UnWanted catches”). Proprio dell’ambito di questo progetto, a Viareggio sono state realizzate sperimentazioni sulla pesca con tramaglio, con la collaborazione di pescatori locali. “Uno dei tipi di pesca più importanti per i pescatori viareggini”, ha detto Paolo Sartor, ricercatore del CIBM e moderatore del convegno, “è quello della mazzancolla con il tramaglio; i pescatori hanno ideato una rete appositamente modificata per ridurre i problemi dovuti all’ingente presenza di scarto”. Su questa base il CIBM ha sviluppato un’apposita ricerca dimostrando l’efficacia di queste reti che potrebbero essere usate, come strumento a basso impatto ambientale, anche per altri tipi di pesca. “L’esperienza con i pescatori di Viareggio ed i risultati della ricerca”, ha continuato Sartor, “hanno ottenuto il riconoscimento di Best Practice Award alla conferenza FAO sulla piccola pesca che si è tenuta a Malta agli inizi di ottobre.”
Durante il dibattito, sono emerse anche le preoccupazioni dei pescatori sulla pesca illegale e su certi tipi di pesca, come le reti con catene e le “reti gemelle”; i pescatori viareggini hanno auspicato il supporto delle ricerca e degli amministratori per valutare gli impatti e per normare questo tipo di pesche.
Secondo il Comandante della Capitaneria di Porto di Viareggio, Giovanni Calvelli, “La gestione moderna della pesca non può prescindere dal contributo fondamentale dei pescatori, in collaborazione con tutti i soggetti che possono informazioni sullo stato delle risorse, come la ricerca, l’Amministrazione pubblica e gli organi deputati al controllo”.
A chiusura del convegno Giovanni Guarneri, funzionario della Regione Toscana, ha ricordato la positiva esperienza di collaborazione tra pescatori e ricerca, che ha portato al Piano di Gestione per la pesca del rossetto, uno strumento che fissa regole e piano di monitoraggio per sfruttare la risorsa maniera razionale ed in accordo con le norme comunitarie. “Senza Piano di Gestione questa pesca e questo prodotto, così importante per l’economia e la gastronomia toscana, son sarebbero più possibili”, ha concluso Guarneri.
A Viareggio esistono tutte le premesse per mettere in atto un sistema gestionale che possa coniugare la sostenibilità ambientale e la redditività della pesca. Basti pensare alla Cittadella della Pesca, che dal 2015, coinvolgendo i pescatori di tutte le sigle sindacali, sta portando avanti progetti per sostenere e valorizzare la pesca locale, o alle iniziative dellatra i quali le iniziative, promosse con la collaborazione dell’associata Cooperativa Mare Nostrum, volte a valorizzare a diffondere, anche presso le mense scolastiche, il cosiddetto pesce “povero o dimenticato”, un prodotto da riscoprire, così importante nella cultura marinara viareggina.
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ultimo aggiornamento: 25-10-2018


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