Non ce l’ha fatta. Michela Sotgia è morta all’ospedale di Cisanello. Dopo ore di agonia, con la vita appesa a un filo per i gravi traumi riportati sia al cranio che al torace e alle gambe, il cuore della 19enne sarda, originaria di Dorgali, falciata da un’auto sul lungomare di Marina di Pietrasanta mentre stava attraversando la strada con due coeateni, appena uscita dal Seven, ha smesso di battere. Una serata di festa, quella di Halloween,  finita in tragedia per la studentessa della facoltà di Fisica a Pisa, che fino all’ultimo, con la vita appesa a un filo, ha lottato contro la morte. Messa sotto osservazione alle 13 di oggi, è spirata alle 19, quando i medici hanno staccato la spina.  Un grave lutto, quello che ha colpito la famiglia –  il padre Gigi che fa l’allevatore e la madre Maddalena, casalinga, con la sorella Elena che vive a Dublino – arrivata dalla Sardegna per assisterla nelle sue ultime ore di vita, con la speranza di un miracolo. La giovane, dopo una prima visita al pronto soccorso del “Versilia”, era stata trasferita all’ospedale pisano, vista la gravità delle sue condizioni. I genitori hanno autorizzato la donazione degli organi.

Questo il commosso ricordo del suo maestro della scuola di teatro sarda – Bruno Venturi –  dove Michela era allieva:

“Abbiamo appena ricevuto la tragica notizia riguardante la morte di una nostra amica, una giovane allieva di 19 anni, travolta e uccisa mentre attraversava le strisce pedonali, da un’auto che poi non si è fermata. Michela con noi ha condiviso tante gioie sulla scena dei nostri laboratori. Era una ragazza e un’allieva speciale: sottile, acuta, in una maniera tutta sua, particolare: teneva moltissimo all’attività teatrale che lei ha seguito per 4 anni nel suo Liceo -l’ultimo no, perché voleva prepararsi bene per l’esame di maturità e gli studi successivi: l’astronomia che tanto amava. Era una delle rare persone vere che abbiamo incontrato lungo i quasi trent’anni del nostro lavoro. Michela voleva a tutti i costi che mettessimo in scena ‘Festen’, un’idea che le avevamo fatto venire in mente, raccontandole la trama del film di Vinterberg. Ora lo faremo con te, Michela. Lo faremo per te, stai sicura”.

Diplomata al liceo, Michela si era appena iscritta alla facoltà di Fisica dell’università di Pisa.

Si aggrava la posizione del 31enne lucchese, nato in Germania, alla guida dell’auto investitrice che ieri, dopo la fuga, si è costituito, accompagnato dal suo legale, l’avvocato Federico Corti, in caserma dai carabinieri di Lucca, senza sapere spiegare il perché della sua fuga. Non ci sono ancora i risultati degli esami tossicologici a cui il giovane è stato sottoposto dalla polizia stradale che conduce le indagini. Il conducente dovrà rispondere di omicidio stradale, oltre che omissione di soccorso e di lesioni per gli altri due giovani, Paolo Francesco Macchitella, un pugliese di Ostuni in provincia di Brindisi che dopo essere stato sottoposto a un intervento chirurgico è ricoverato all’ospedale di Livorno, e Lorenzo Pettinari, originario di Macerata, abitante a Camerino, figlio del rettore dell’Università, ricoverato all’ospedale Versilia in terapia intensiva.

 

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Lotta tra la vita e la morte la studentessa sarda falciata sulle strisce

Omicidio stradale, si aggrava la posizione per il 31enne che ha investito Michela Sotgia