“Alla vigilia dell’apertura del processo penale di appello che si celebrerà martedì prossimo al Palazzo di Giustizia di Firenze, l’associazione “Il Mondo che vorrei” che seguo e seguiamo personalmente come M5s da tempo anche con la venuta del ministro della giustizia Bonafede a Viareggio, è stata duramente maltrattata per un gazebo in piazza Mazzini che pare non avesse i necessari permessi autorizzativi”.

All’indomani della vicenda del gazebo smontato, smentita da sindaco e comandante della Polizia Municipale, interviene anche il senatore pentastallato Gianluca Ferrara:

“A prescindere dal rispetto dei regolamenti urbani che sicuramente saranno da chiarire oppure dalla semplice lentezza della risposta degli uffici competenti, mi sembra paradossale ed assolutamente ingiustificato il trattamento riservato ad un’associazione che dovrebbe essere solo appoggiata e sponsorizzata dall’amministrazione comunale. Al di là di quale partito o colore politico appartiene il sindaco di Viareggio, a mio avviso l’Associazione Il Mondo che vorrei non dovrebbe chiedere alcuna autorizzazione per essere presente sul nostro territorio comunale.

Invece, si continua a umiliare tale associazione penso all’incontro, organizzato a poche settimane dall’inizio del processo di appello, tra il sindaco di Viareggio ed Rfi azienda già condannata in primo grado per ciò che è accaduto il 29 giugno del 2009. A questo incontro i familiari delle vittime non furono invitati. Una vergogna che non ha giustificazioni!

Il legittimo desiderio di verità e di giustizia di tutta la città non può e non deve essere soffocato da nessuno, in particolare dal sindaco che dovrebbe essere il primo sponsor di chi a Viareggio ha subito una tale tragedia. Nessun verbale e nessuna intimazione potrà spegnere il desiderio di giustizia e verità che aspetta l’intera città. Tutta Viareggio è con l’Associazione il Mondo che vorrei. Questo concetto deve esser chiaro ai politicanti di professione e a quei colletti bianchi che essi rappresentano.

All’Associazione Il Mondo che vorrei, in particolare a Daniela Rombi e Marco Piagentini, rivolgo tutta la mia solidarietà e vicinanza e soprattutto gratitudine per non demordere ed essere esempio di quella partecipazione civica che evidentemente da fastidio a qualcuno”.

 

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