Dopo il successo del primo appuntamento del Festival, durante il quale sono stati presentati i cortometraggi in gara, l’associazione I Chicchi d’Uva è orgogliosa di annunciare il secondo e conclusivo evento del progetto urbex-cinematografico “C.I.A. – Cinema Itinerante abusivo”: sabato 24 novembre 2018 dalle ore 18.00, presso il Cantiere Sociale Versiliese (via Belluomini 18, Viareggio), si terrà la premiazione del concorso nell’ambito della rassegna Autunno in Cantiere 2018, dedicata – per questa edizione – al mondo del cinema.
 
L’associazione I Chicchi d’Uva festeggia i suoi vent’anni coniugando in un unico progetto alcune delle parole chiave che hanno guidato la sua attività fin dal 1998: cultura, arte e territorio.
 
Così nasce il progetto C.I.A. – Cinema Itinerante Abusivo: dalla necessità di promuovere – attraverso l’arte cinematografica – la conoscenza del territorio viareggino e, allo stesso tempo, per mettere in luce determinati aspetti legati all’abbandono di alcuni luoghi rilevanti della zona (storici e non).
 
Il progetto si compone di due anime: il concorso di cortometraggi – incentrati su un luogo abbandonato – e il Festival, durante il quale saranno proiettate le opere in concorso e verrà premiata quella vincitrice.
 
Cinque cortometraggi in gara per questa esperienza pilota, che saranno al vaglio di una giuria davvero d’eccezione: il poliedrico artista Giacomo Verde, il fotografo Eugenio Gherardi Angiolini, i film maker Barbara Buldrassi e Iacopo De Gregori, e la presidentessa de I Chicchi D’Uva Lucia Paolini.
 
«È da diversi anni che sfioriamo, attraversiamo, ci imbattiamo o scontriamo con dei luoghi abbandonati. Certo, da circensi, attori, trampolieri e saltimbanchi quali siamo, passiamo gran parte della nostra vita in strada, e dalla strada (alla guida, a piedi, in bicicletta col cane…) è facile intravedere qualche luogo dismesso, diroccato, che cattura il nostro occhio e stuzzica la fantasia. Ma è anche vero che negli ultimi anni se ne vedono sempre di più: il profumo del fascino cede il passo a un retrogusto di decadenza, e le città in cui viviamo sembrano sempre più popolate da strani gusci vuoti, che restano lì, addormentati, in attesa di essere svegliati o di crollare una volta per tutte. Viareggio ne è piena – si spiega in una nota: “Che significato hanno avuto questi luoghi? Ne hanno ancora per la città? Potrebbero averne oggi?Guidati dal desiderio di trovare una qualche risposta a queste domande (sempre che esista!) abbiamo pensato di condividere i nostri dubbi con un pubblico, e di lanciare un’indagine non convenzionale, fatta di esplorazione urbana, arte cinematografica e di amichevole competizione”.
 
Così il comitato dell’associazione ha selezionato alcuni luoghi abbandonati di Viareggio, sia per il significato che hanno avuto per il territorio (in termini per esempio di produttività, o educazione, o aggregazione, ecc ecc…), ma anche – cosa forse ancora più importante – in base alla possibilità di riutilizzarli e farli rivivere, se necessario cambiandone la destinazione d’uso. Ciascuno di questi luoghi è stato poi “affidato” tramite estrazione a uno dei partecipanti al concorso, con il compito di conoscerlo, scoprirlo e carpirne i segreti, per renderlo infine protagonista di un cortometraggio della durata massima di dieci minuti. Come, ce lo sveleranno i partecipanti. Tutto questo con l’intento di valorizzare i luoghi attraverso l’atto artistico, facendo sì che permangano nella memoria della città invece di sparire, e diventino spazi su cui valga la pena investire come cittadinanza.
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