Accolto il ricorso in opposizione alla richiesta di archiviazione della denuncia presentata dal padre. In camera di consiglio il giudice del Tribunale di Lucca, dottor Riccardo Nerucci, ha ritenuto necessario un accertamento tecnico volto a verificare se i difetti di manutenzione dell’incubatrice utilizzata per il trasporto di Ester Teli all’ospedale di Massa abbiano avuto o meno un ruolo nell’eziologia del decesso della bimba e se quest’ultimo potesse essere evitato in caso di corretto funzionamento del macchinario, dando 4 mesi di tempo al pubblico ministero  per effettuare ulteriori indagini.

La tragedia avvenne nella notte tra il 21 e il 22 ottobre del 2013,  con una piccola vita spezzata. Aveva solo 8 mesi Ester, la bimba cardiopatica morta poco dopo le 4, dopo che l’ambulanza che la stava trasferendo dall’ospedale unico “Versilia” all’Opa di Massa, aveva preso fuoco a Querceta, in località Centoquindici.

Sulla morte della bambina era stata avviata immediatamente un’indagine da parte della Procura. La famiglia, di origine albanese, aveva presentato denuncia dai Carabinieri tramite il proprio legale, l’avvocato Fabrizio Miracolo, per chiarire cosa fosse accaduto.

Secondo quanto riferito dai familiari, quando la bimba si era sentita male il padre aveva chiamato il 118, quindi, volendo velocizzare l’intervento aveva deciso di portarla direttamente da sè in ospedale a Lido di Camaiore. Qui i medici di turno avevano disposto il trasferimento all’ospedale pediatrico apuano di Massa Carrara, e a bordo dell’ambulanza erano saliti un pediatra ed un rianimatore, oltre ai volontari. Quando l’ambulanza era giunta sulla statale Aurelia, intorno alle 5 di notte, all’altezza della stazione ferroviaria di Querceta si era sviluppato un principio di incendio, domato poi dai Vigili del Fuoco del distaccamento viareggino, ed era stato richiesto l’immediato intervento di un’altra ambulanza che, stando alla versione data dall’ospedale Versilia, era giunta in pochi minuti.

Il viaggio verso Massa era quindi proseguito su un altro mezzo di soccorso. La neonata era giunta in ospedale ma nel giro di un’ora era poi deceduta. Il padre e la madre, accompagnati in caserma dal legale, si erano rivolti ai militari dell’Arma e avevano presentato la denuncia.

La piccola Ester Teli era affetta da sindrome di Down e soffriva fin dalla nascita di un problema cardiaco noto sia all’Ospedale Versilia di Lido di Camaiore che all’Opa di Massa ove era stata sottoposta ad un primo intervento chirurgico alla fine del mese di maggio 2013. A seguito dell’intervento chirurgico aveva intrapreso un percorso terapeutico presso l’Opa di Massa ma ciò nonostante in due precedenti occasioni si era reso necessario il trasporto d’urgenza presso il Pronto Soccorso pediatrico del Versilia e successivamente presso l’Opa di Massa. Come già era accaduto in precedenza anche la notte del 22 ottobre 2013 la bimba sembrò non stare bene per cui il padre Gentian allertò il 118 per l’intervento di un’ambulanza. La prima richiesta di intervento fù alle ore 1:30. Il mezzo di soccorso si fece attendere a lungo a causa di un errore nell’individuazione del luogo ove eseguire l’intervento, infatti, gli operatori del 118 si recarono a Torre del Lago piuttosto che a Viareggio. Così, dopo estenuante attesa, in assenza di un pronto intervento, la piccola Ester venne trasportata con l’auto del padre presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Versilia. Qui i medici, constatate le condizioni della bambina, dopo averla stabilizzata all’interno dell’incubatrice da trasporto, decisero per l’immediato trasferimento in ambulanza presso l’Opa di Massa. Durante il trasposto, in località Querceta, l’ambulanza subì un guasto alla turbina e l’automezzo venne attinto dal fumo generato dal guasto meccanico, impossibilitato a continuare la corsa, il veicolo venne sostituito da un’altra ambulanza che giunse sul posto a distanza di tempo. L’incubatrice da trasporto che custodiva al suo interno la piccola Ester venne trasferita sull’altro mezzo di soccorso che giunse a destinazione alle 4, quando ormai per i medici dell’Opa di Massa non restò altro che constatarne il decesso.

 

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