Il docu-film “L’eroe silenzioso” di Massimiliano Montefameglio in anteprima a Pietrasanta in occasione del Giorno della Memoria. Pietrasanta ricorda le vittime dell’Olocausto con due speciali iniziative organizzate dall’amministrazione comunale di Alberto Stefano Giovannetti e patrocinate dalla Presidenza del Consiglio di Paola Brizzolari che raccontano con parole, immagini e fatti storie di uomini e donne, famiglie e generazioni di silenziosi eroi della Versilia. Eroi che hanno scritto ed ancora oggi riscrivono, grazie a nuove testimonianze, la storia dei giorni bui dell’orrore e della guerra.
Prodotto da “Rossocarminio” con il sostegno della Regione Toscana, “L’eroe silenzioso” raccontala storia di Spagnolo Spagnoli, il viareggino che alla fine della seconda guerra mondiale assieme a un gruppo di amici ha rischiato la propria vita per salvare alcuni prigionieri dai nazisti. Un episodio rimasto nel silenzio per più di 70 anni e che oggi viene raccontato dalla viva voce dell’unico testimone oculare: il pittore Giorgio Michetti. Il docu film sarà presentato in anteprima sabato 19 gennaio, alle ore 17.00, al Teatro Cinema Comunale di Pietrasanta (ingresso libero). Guarda il trailer de “L’eroe silenzioso”
https://www.youtube.com/watch?v=Elt_TH7isKQ

 

Il documentario, oltre alla straordinaria testimonianza del Maestro Giorgio Michetti, è arricchito da un’intervista esclusiva a Onorato Spagnoli, figlio di Spagnolo, l’eroe silenzioso, che permetterà allo spettatore di ricostruire la figura dell’uomo e gli eventi che lo hanno portato a compiere il suo incredibile gesto. Gli interventi storiografici sono affidati agli storici Andrea Mariuzzo (Scuola Normale Superiore di Pisa) e Gianluca Fulvetti (Università di Pisa), che propongono un’intensa quanto lettura della cronologia del secondo conflitto mondiale. A questo proposito, il regista Montefameglio ha strutturato il documentario mettendo in parallelo gli eventi internazionali e quelli locali, restituendo in maniera più efficace gli stati d’animo dei personaggi alla luce dei grandi eventi politici e bellici dell’epoca. A questi interventi si affianca la storica dell’arte Antonella Serafini, che ricostruisce il contesto culturale e artistico degli anni ’30 e ’40, offrendo allo spettatore un affascinante viaggio nel tempo attraverso gli splendori di una Viareggio d’altri tempi. La narrazione è affidata alla voce di Roberto Fidecaro, mentre la suggestiva colonna sonora è di Joachim Heinrich.

 

L’eroe silenzioso si avvale dell’uso di numerosi filmati d’epoca, tra cui immagini private di Adolf Hitler girate da Eva Braun, materiale filmico proveniente dall’Us National Archive e immagini d’epoca della Versilia. Silvana Vialli, il Fondo Vialli e l’Istituto Parri di Bologna, tra le più importanti collezioni fotografiche sui Deportati Militari Italiani, hanno accettato di mettere a disposizione della produzione il proprio, prezioso materiale fotografico, testimonianza straordinaria della deportazione e detenzione degli Internati Militari Italiani nei campi di lavoro e di concentramento.

“Quello che mi ha attratto di questa storia – racconta il regista Montefameglio – non è soltanto l’incredibile stratagemma con cui queste persone hanno liberato dei prigionieri dai nazisti, il che basterebbe già a raccontarla. Mentre scrivevo la sceneggiatura è emerso uno scenario di coraggio, umanità, generosità e reciprocità che mi ha colpito molto. Questi uomini hanno rischiato la propria vita per salvare persone di cui non conoscevano neppure il nome. Non era una questione ideologica: era una semplice questione di vita e di morte, di salvezza. Di bene e di male, se vogliamo.

 

La proiezione del docu-film sarà anticipata dalla presentazione alle ore 16.00 nella Sala dell’Annunziata del Chiostro di S. Agostino del libro “Quel 12 agosto 1944 a Sant’Anna di Stazzema” (Pezzini editore, Viareggio, 2019) di Giuseppe Vezzoni che fornisce nuove conoscenze e riscontri sulla strage di S. Stazzema rilanciando ulteriormente l’ingiusto comportamento che dal 1997 subisce la memoria di don Giuseppe Vangelisti a causa di quelle quattro righe con cui, nel suo ultimo memoriale, pubblicato post mortem sul numero n. 17 di Quaderni Versiliesi, ha criticato alcuni comportamenti tenuti dai partigiani. Fino al 1995 anno del decesso del sacerdote, era considerato da tutti, santannini e istituzioni, il testimone oculare dell’eccidio.

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