Inizia dalla formazione del coro, secondo tradizione, il cammino della comunità di Camaiore verso la Triennale del Venerdì Santo, la processione solenne che la sera del 19 aprile attraverserà il cuore della cittadina versiliese rischiarata da oltre 100.000 fiammelle dei cincindellori, i caratteristici lumini a olio accesi lungo le vie del centro.
Dalla prossima settimana, infatti, ogni martedì e venerdì alle 21,15 si svolgeranno nei locali della Chiesa dei Dolori le prove del complesso di circa cento voci che accompagnerà la processione e che rappresenta uno degli elementi di partecipazione popolare più sentiti: “Persone comuni, non professionisti del canto – ricorda Pierluigi Giannecchini, Priore pro tempore della Confraternita della SS. Trinità, di Maria SS. Addolorata e di S. Vincenzo che cura la manifestazione religiosa con il patrocinio del Comune – ogni anno si mettono a disposizione per formare il coro che, quest’anno, intonerà due canti: uno nuovo, musicato dal nostro concittadino Cristiano Pieraccini; l’altro, dal maestro Alderano Petrucci”.
Per partecipare, basta presentarsi in chiesa martedì 22 nell’orario stabilito e per le successive sessioni di prova, secondo il calendario già stilato dalla Confraternita.
Una celebrazione, quella della Luminara di Gesù Morto, che si ripete dalla metà del XVII secolo e che, quest’anno, segna anche un’importante ricorrenza: 150 anni dalla realizzazione del complesso scenografico che accompagna la cerimonia. Era il 1869, infatti, quando i due grandi archi dipinti su tela che vengono innalzati in prossimità di Porta lucchese furono commissionati a Ignazio Gabrielli, pittore camaiorese attivo fra il XVIII e il XIX secolo, già collaboratore nel 1797 dello scultore e architetto Tommaso Pezzini per i restauri della Collegiata.
Sul primo arco, Gabrielli ha rappresentato la porta di Gerusalemme, sormontata dall’immagine di una regina raffigurante la città e, attraverso un gioco prospettico, il Calvario e le tre croci. Al centro, l’incipit delle Lamentazioni del profeta Geremia, “Quomodo sedet sola civitas plena populo”, testimonianza di smarrimento e solitudine per la morte di Cristo. Il secondo arco, invece, fa da cornice al gruppo della deposizione quando è esposto per l’adorazione dei fedeli.
Particolare la tecnica utilizzata dall’artista camaiorese nella realizzazione di queste opere: il quadraturismo, un genere pittorico strutturato sulla realizzazione di architetture dipinte all’interno di un’intelaiatura prospettica rigorosa e illusionistica, le quadrature appunto, che avvicina le liturgie religiose al teatro e alle rappresentazioni sceniche.

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ultimo aggiornamento: 18-01-2019


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