Forse non molti sanno che il paese africano con il maggior tasso di emigrazione verso il nostro paese è la Nigeria (fonte: Unhcr). Nonostante sia un gigante da quasi 200 milioni di abitanti, questo Stato dell’Africa occidentale è probabilmente il meno noto: una mancanza di reciproca conoscenza che può causare non pochi problemi, soprattutto per chi lascia il suo Paese (o quelli limitrofi) nella speranza di trovare un futuro migliore in Italia, spesso inconsapevoli delle procedure, delle difficoltà che si incontrano e dei rischi che un viaggio del genere, nel deserto e in Libia prima e in mezzo al mare dopo, comporta.

Per far luce su questa situazione, il Ceis – Gruppo giovani e comunità, organizza per mercoledì 30 gennaio un incontro dal titolo “Nigeria 2018 – Narrazioni di viaggio. Paesi, persone, incontri“. L’appuntamento si terrà nell’auditorium della Fondazione Banca del Monte di Lucca (piazza San Martino, dalle 16 alle 19, e vedrà gli interventi di don Bruno Frediani che è stato uno dei primi in Lucchesia ad interessarsi al tema, sia per fornire aiuto sia per diffonderne la conoscenza; Rita Reale della Prefettura di Lucca, l’assessora al sociale del Comune di Lucca,  Lucia Del Chiaro, Fabrizio Mariani dell’associazione nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca) e Gabriella Mauri del Ceis.

La dottoressa Gabriella Mauri, che da oltre 20 anni si occupa di tematiche legate all’immigrazione,  è stata recentemente in Nigeria grazie a un viaggio organizzato in collaborazione tra Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza e Comunità episcopale italiana e ha potuto toccare con mano la situazione. Il viaggio ha rappresentato anche l’occasione per creare reti di collaborazione con le istituzioni e le Ong che si occupano di migranti in loco. “Nel corso del viaggio – spiega – abbiamo visitato le città di Abuja e Benin City. Per noi è stata un’occasione importante per conoscere meglio le dinamiche interne al paese ma anche per stringere rapporti con istituzioni locali e Ong che lavorano sul campo. Un aspetto fondamentale, dato che finora c’era scarsa conoscenza e collaborazione reciproca. Il viaggio, gli incontri e i confronti organizzati durante la nostra permanenza in Nigeria sono serviti anche per far capire ai nigeriani quali possono essere i rischi di un ‘progetto migratorio fallito’, che presenta molte possibilità di finire nei giri del traffico di esseri umani, dello spaccio di stupefacenti e della prostituzione. Le donne soprattutto sono la parte vulnerabile e più fragile di tutti i processi migratori: vengono spesso ricattate dai trafficanti con il miraggio di un lavoro e di una vita dignitosa, per essere poi schiavizzate, violentate e avviate alla prostituzione”.

Storie, prospettive, sogni: chi sono i migranti che vengono dall’Africa e, in modo particolare, dalla Nigeria? Cosa si aspettano? Perché partono? Cosa si lasciano dietro le spalle? Le storie di queste persone saranno raccontate durante l’incontro di mercoledì prossimo: un modo per conoscere finalmente da vicino il vissuto di ragazzi e ragazze, pezzi di giovani generazioni oggi assenti in molti paesi africani in quanto emigrati in Europa.

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ultimo aggiornamento: 26-01-2019


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