Si è parlato tanto in questo periodo del reddito di cittadinanza e molti si sono mossi facendo carte false ( cambi di residenza, separazioni fasulle ecc) pur di ottenerlo.

Ad analizzare i vari aspetti, per i lettori di Versilia Today, è l’avvocato Fabrizio Bartolini, con studio a Viareggio

Il principio alla base del reddito di cittadinanza sarebbe quello di combattere la povertà favorendo una misura utile ad assicurare un livello minimo di sussistenza, incentivando la crescita personale e sociale dell’individuo.

A mio avviso sotto questo aspetto ci sarebbe molto da discutere perché il reddito di cittadinanza può essere anche un incentivo a non lavorare . In Italia pare che vi sia , infatti, un sistema che “punisce” i lavoratori ed in particolar modo le aziende e i liberi professionisti arrivando ad una tassazione del 70% se non oltre mentre chi non ha nulla da perdere fa il brutto e cattivo tempo.

Pensiamo ad un soggetto che magari vive di truffe a cui è stata data la casa popolare e non ha una attività lavorativa e mai ha lavorato: questo soggetto potrebbe persino usufruire del reddito di cittadinanza ed essere premiato.

E’ un sistema che può mandare in cortocircuito l’intero sistema e può essere strumento per sottrarre denaro ai contribuenti e a chi ne ha davvero bisogno di questa misura perché si è trovato, non per sua colpa, in condizioni disastrose.

Prescindendo dal fatto che questa misura è stata di fatto uno strumento politico per fini elettorali v’è anche da dire che il decreto legge del 28 gennaio 2019 n. 4 ha previsto sanzioni nel caso dei furbetti. Vengono, infatti, previste sanzioni penali, istituendo nuove figure incriminatrici prevedendo che : “ salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque al fine di ottenere indebitamente il Rdc, rendo o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni” L’Illeceità della condotta parte dal fatto di aver presentato documenti infedeli al fine di ottenere il beneficio indipendentemente dal fatto se poi si sia ottenuto o meno. Insomma non si distingue tra colui che ha provato ad ottenere il Rdc o colui che vi sia riuscito.

Non credo che tale norma sia però di fatto un deterrente così come è accaduto per il gratuito patrocinio, in buona sostanza.

Anche in questo caso si prevedono sanzioni per false attestazioni ma di fatto si assiste a situazioni di richiedenti che magari hanno acquistato macchine nuove ( non si sa con che reddito) o postano foto su facebook di loro in vacanza e poi riescono a rientrare nel gratuito patrocinio.

Ed anche se, tra tanti, qualcuno dovesse subire un processo e quindi venire scoperto di fatto se la potrebbe cavare, nel peggiore dei casi, con una sospensione condizionale della pena e quindi con un nulla di fatto senza poi pensare di poter recuperare il maltolto perché a chi non ha nulla intestato nulla si può togliere.

A mio avviso sono particolarmente critico contro queste misure non perché non ritenga giusto aiutare quelle persone che si sono trovate in difficoltà ma solo perché sono terreno fertile per i furbetti.

Una lotta alla povertà si potrebbe fare creando posti di lavoro, incentivando le aziende ad assumere ecc. perché l’affamato lo salvi insegnandogli a pescare e non regalandogli il pesce.

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ultimo aggiornamento: 28-02-2019


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