Come i Narcos nella foresta pluviale, così due pusher magrebini avevano messo in piedi una piazza di spaccio nel bosco vicino alle abitazioni di Carignano a Fosdinovo.

I due per coprirsi le spalle facevano anche la ronda armati di Macete, sequestrato insieme alla droga durante un acceso blitz dei carabinieri che ha portato all’arresto di uno degli spacciatori. L’altro è riuscito letteralmente a darsi alla macchia.

Dopo giorni di appostamento, i Carabinieri della Compagnia di Carrara hanno sgominato un “bazar” all’aperto di cocaina, da cui quotidianamente si rifornivano decine di consumatori, provenienti anche dalla Liguria.

Gli spacciatori vivevano nel verde del bosco a pochi chilometri da Fosdinovo, sotto una tenda da campeggio, equipaggiati di tutto punto con una scorta di viveri e indumenti per proteggersi dal freddo. Inoltre, si erano procurati numerose batterie per auto che servivano per cucinare e soprattutto per ricaricare i telefonini utilizzati per rispondere alle ordinazioni dei “clienti”.

Le indagini dei Carabinieri, che per giorni si sono mimetizzati nella fitta vegetazione, hanno documentato tutti i movimenti e le attività dei pusher. I due erano perfettamente organizzati, al punto che per coprirsi le spalle a vicenda si erano armati di un machete, dividendosi i ruoli durante gli appuntamenti con gli acquirenti, che solitamente parcheggiavano l’auto ai margini del bosco e poi percorrevano un sentiero per addentrarsi nella boscaglia, dove compravano le dosi di cocaina al prezzo di 80 euro al grammo.

Carabiniere con macete
Carabiniere con macete

Lo scenario delineato dai Carabinieri del Nucleo Operativo è simile a quello dei Narcos trincerati nelle foreste del Sudamerica, infatti in quella vasta zona boschiva, al riparo da occhi indiscreti e soprattutto dai controlli delle Forze dell’Ordine, i due spacciatori avevano messo in piedi stabilmente un fiorente traffico di cocaina, dimostrato dall’impressionante frequenza di episodi di spaccio registrati nel corso dell’indagine dai militari dell’Arma, che in alcuni momenti della giornata sono arrivati a contare fino a quattro cessioni di droga in meno di un’ora.

Quando i Carabinieri hanno deciso di passare all’azione, si sono divisi in più squadre mimetizzate nella vegetazione per cinturare la zona, mentre alcune pattuglie in divisa si sono appostate a distanza per aspettare le auto dei “clienti” lungo il tragitto di ritorno.

Il dispositivo dei militari dell’Arma ha funzionato perfettamente, infatti un equipaggio del Nucleo Radiomobile di Carrara, seguendo le indicazioni dei colleghi nascosti nel bosco, ha fermato un consumatore che aveva appena acquistato una dosa di cocaina. A quel punto, vista la flagranza di reato, i Carabinieri mimetizzati nella vegetazione sono usciti allo scoperto per arrestare i due spacciatori, i quali, come da copione, hanno cominciato a correre per il bosco inerpicandosi sul terreno scosceso e facendosi largo tra cespugli, rovi, sassi e grossi rami.

Dopo una vera e propria caccia all’uomo durata parecchi minuti, uno dei due fuggitivi è stato bloccato e ammanettato, al termine di una colluttazione con un Carabiniere che lo aveva rincorso a lungo, avendolo visto scappare dal proprio posto di osservazione. Il suo complice, invece, è riuscito a dileguarsi, lanciandosi a capofitto nell’intricata boscaglia. I Carabinieri hanno continuato a lungo le ricerche rastrellando il bosco in lungo e in largo fino al tramonto, ma alla fine hanno dovuto sospendere le ricerche a causa dell’oscurità.

Maxi retata nel bosco dello spaccio
Maxi retata nel bosco dello spaccio

Nel frattempo, è stata individuata in mezzo al bosco, in una posizione sopraelevata che consentiva di dominare tutta la zona, la tenda da campeggio utilizzata dai due spacciatori, circondata da segni di bivacco e da numerosi cumuli di rifiuti sparsi nella boscaglia.  I Carabinieri hanno anche recuperato fra i rovi un involucro contenente quasi quindici grammi di cocaina, di cui si era disfatto il magrebino durante la fuga che poi è finita male. Portato in Caserma a Carrara, l’uomo, sprovvisto di documenti, è stato identificato grazie alle impronte digitali, dalle quali è emerso che si trattava di un 30enne clandestino, originario del Marocco, che in passato era già stato arrestato per reati in materia di stupefacenti e per condotte violente nei confronti di appartenenti alle Forze dell’Ordine.

Il pusher è stato quindi dichiarato in arresto con l’accusa di “spaccio e detenzione illecita di stupefacenti” e “violenza e resistenza a pubblico ufficiale”. L’esito della complessa operazione antidroga è stato poi riferito al Pubblico Ministero Alessandra CONFORTI. Dopo la convalida dell’arresto, il Giudice DE MATTIA del Tribunale di Massa ha disposto il carcere.

 

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