“Ora che la Viareggio (La Spezia) Cup è terminata, credo sia utile ed opportuno ripercorrere, in breve, le tappe principali che ci hanno portato alla chiusura del “Torquato Bresciani”. Analizzare lo stato delle cose, anzi, “lo Stadio delle cose” per cercare di capire ciò che è realmente accaduto”.

Lo scrive in una nota il consigliere del gruppo misto Stefano Pasquinucci:

“Per non farla tanto lunga partiamo dallo scorso anno quando, in occasione della 70^ edizione, la manifestazione rischiò di traslocare alla immediata vigilia degli ottavi di finale. Eventualità scongiurata grazie – parole del Presidente Palagi – alla passione di soci, dirigenti e sostenitori che, coordinati dall’ingegner Andrea Biagiotti e con il supporto dei dipendenti comunali, lavorarono anche sotto l’acqua, effettuando i controlli e gli interventi necessari per sanare le prescrizioni verbalizzate dalla Commissione comunale di vigilanza. I problemi, quindi, erano ben noti da tempo. La stagione dei rimandi e delle proroghe era finita. Si doveva fare qualcosa. Il comune, però, scontava  ancora tutti i  limiti ed i condizionamenti del dissesto e, per questo, il Sindaco propose al Viareggio 2014 il rinnovo di un contratto annuale per la gestione, in comodato, della struttura comprensivo di interventi ordinari e straordinari.

L’amministrazione, dichiarando di non avere un euro da investire, affidava alla società bianconera l’arduo e delicato compito di farsi carico di tutto quanto sarebbe stato necessario per tenere fede alle responsabilità gestionali, nell’anno in cui, non dimentichiamolo, le zebre avrebbero festeggiato i 100 anni della propria storia. E la firma sarebbe arrivata se “qualcuno” non avesse sentito il bisogno ed il dovere di allertare i dirigenti dicendo loro che lo stadio, nel giro di qualche giorno, sarebbe stato dichiarato inagibile. E così fu.

Ne seguirono accese polemiche e durissimi scambi di accuse che portarono alla definitiva rottura dei rapporti, con “tanti sassolini tolti dalle scarpe”, tra amministrazione e Viareggio 2014. Ed ecco il colpo di teatro: “abbiamo 700.000 euro per fare i lavori. Pensiamo a tutto noi. I tifosi della squadra ed i dirigenti del CGC Viareggio possono stare tranquilli”. Parola di Sindaco e del suo agguerrito team di collaboratori e sostenitori con, primi fra tutti, l’assessore allo Sport Sandra Mei, il delegato allo Sport Rodolfo Salemi e l’assessore Federico Pierucci.

Una squadra “fortissima” che si mise subito in azione sfornando comunicati stampa a ripetizione, grondanti di annunci e rassicurazioni.

Intanto il Viareggio si trasferiva a Camaiore e il Centro finanziava interventi di cura e valorizzazione del manto erboso. Il tempo, inesorabilmente, faceva il suo corso e di effettive novità non se ne vedevano. Gli annunci, invece, continuavano all’insegna di un convinto ottimismo e ipotesi di abbattimento delle tribune, rifacimento della pista di atletica e via discorrendo. Peccato, però, che di lavori veri c’è ne fossero pochi e di poco conto e che, soprattutto, mancasse un progetto serio ed ufficiale per la riapertura dello stadio firmato da un tecnico esterno al Comune. Situazione, quest’ultima, che impedì alla Commissione di vigilanza di riunirsi, non avendo niente da valutare e discutere.

Questo è quanto. Questa è la storia che va oltre anche a presunti esposti e farneticanti tentativi di giustificare ciò che non è stato fatto e/o coprire responsabilità evidenti di cui, nei fatti, qualcuno farebbe bene a farsi carico. Per il bene dello Stadio, per lo sport e per Viareggio che, da questa brutta storia, ha subito l’ennesimo danno, economico, di immagine e di credibilità”.

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ultimo aggiornamento: 29-03-2019


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