“Su campionamenti e raccolta dati relativi all’incidenza di patologie oncologiche a Piano del Quercione, nel comune di Massarosa, vanno al più presto superate le lentezze procedurali per velocizzare il monitoraggio e almeno la ricostruzione dello stato dell’arte attuale, se non lo storico. Se invece di emanare le solite leggi civetta la sinistra di governo regionale avesse realmente dato gambe al Registro Toscano Tumori, istituito nel 2008 ma mai esteso al territorio toscano, oggi i massarosesi non si troverebbero in questa condizione di indeterminatezza. Io per parte mia ho già presentato una mozione per chiedere di colmare la lacuna, ma si tratta di una carenza che non ci sarebbe dovuta essere”: lo afferma il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, promotore di una mozione nella quale impegna la giunta a tradurre in realtà ciò che sulla carta dovrebbe già esistere da oltre dieci anni. Si tratta del Registro Toscano Tumori (RTT) istituito nel 2008 con legge regionale 60 ma mai portato a compimento.

“Per i cittadini di Massarosa quello oggi sarebbe stato lo strumento adatto a fornire un quadro puntuale della loro situazione. Ma non c’è. E adesso un’indagine epidemiologica come si deve richiede anni di studio. Si tratta di un tempo che oggi gli abitanti di Piano del Quercione sentono stringersi. Non i soli. Le comunità locali, dalla Maremma al Valdarno e fin su alla Lunigiana, hanno a più riprese invocato l’istituzione del Registro che monitori la loro salute sotto il profilo oncologico. Adesso – sottolinea Marchetti – lo scotto di un percorso avviato sperimentalmente negli Anni 80 del secolo scorso su Firenze e Prato dove è ancora allo stesso stadio, tradotto in legge nel 2008 da Rossi all’epoca assessore alla sanità ma mai attuato lo pagano i cittadini. E’ una mela avvelenata made in Rossi”.

La mozione di Marchetti chiede che entro il 2019 si dia corpo a questa realtà fondamentale rimasta finora solo lettera morta: “Il cancro è una cosa seria, e seria deve essere anche l’attuazione delle normative perché l’inconcludenza su una materia tanto delicata è meno accettabile che in altri frangenti. L’organo di gestione, l’Ispro nato nel dicembre scorso dall’unione di Ispo e Itt, esiste. Facciamo funzionare il sistema”.

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ultimo aggiornamento: 11-04-2019


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