I carabinieri della stazione di Quarrata e del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Pistoia, coadiuvati da personale dell’ASL Toscana Centro e della Polizia Municipale di Quarrata, nella giornata di ieri hanno effettuato un’ispezione  in un capannone di via Vecchia Fiorentina, sede di una ditta di confezioni che assembla e stira capi di abbigliamento femminile per conto terzi,  gestita da una coppia di imprenditori cinesi con residenza a Prato ma domiciliati  nello stesso immobile ove hanno l’attività. Dei dieci dipendenti, anch’essi  di nazionalità cinese, trovati a lavorare all’interno del capannone, sette uomini e due donne di età compresa  fra i 53 e i 28 anni, ben nove sono clandestini, privi ovviamente di documenti personali, di alcun tipo di contratto e alloggiati in situazioni di fortuna al di fuori del luogo di lavoro.  Ad alcuni di loro  era stata promessa una paga mensile oscillante fra i mille e milletrecento euro, ad altri era stata promessa una retribuzione commisurata ai “pezzi”  che sarebbero stati in grado di realizzare,  mentre con altri ancora i proprietari non avevano al momento concordato alcun compenso. Solo uno aveva ricevuto alcune centinaia di euro come parziale retribuzione per le giornate di lavoro prestate che per tutti erano di 10-12 ore con una breve pausa per consumare i pasti forniti dalla stessa proprietà. Ai due titolari, R.W., 52enne e la moglie Z.W., 51enne, sono stati contestati lo sfruttamento di manodopera irregolare e l’intermediazione illecita con sfruttamento del lavoro in base all’art. 603 bis  del codice penale, modificato nel 2016, che individua fra gli  indici di sfruttamento,  proprio  la reiterata corresponsione di retribuzioni difformi dai contratti collettivi, la reiterata violazione degli orari di lavoro e dei periodi di riposo, le violazioni in materia di sicurezza e igiene dei luoghi di lavoro ed altre violazioni, il tutto aggravato dall’evidente stato di bisogno delle persone sfruttate tutte accomunate dal fatto di non avere i mezzi per soddisfare le più elementari necessità.  I due titolari, dopo la formalizzazione dell’arresto sono stati sottoposti ai domiciliari. Le attività della ditta sono state sospese e sono state elevate  sanzioni amministrative  per oltre trentaquattromila euro in materia di legislazione del lavoro.

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ultimo aggiornamento: 21-05-2019


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