Dalle prime ore dell’alba sono in corso di esecuzione da parte del personale della Squadra Mobile di Livorno 7 misure di custodia cautelari nei confronti di 4 livornesi e 3 napoletani.

In contemporanea, con la collaborazione delle Squadre Mobili di Roma, Mantova, Lecco, Sondrio, Bergamo e Parma si sta procedendo all’esecuzione di 11 perquisizioni domiciliari e personali delegate dall’Autorità Giudiziaria livornese, a carico di altrettanti cittadini stranieri.

Reato contestato: favoreggiamento all’immigrazione clandestina (art. 110 cp. e 12 comma 5 del D.L.gs n. 286/1998).

 

L’attività d’indagine ha avuto inizio nell’ottobre del 2018, quando l’INPS di Livorno ha segnalato a questa Squadra Mobile l’esistenza di rapporti lavorativi domestici definiti “sospetti” perché mancanti di alcuni requisiti richiesti e in cui 3 indagati, figuravano come datori di lavoro di numerosissimi cittadini stranieri.

Successivi sviluppi investigativi, consistiti nell’acquisizione di documentazione amministrativa presso diversi Uffici Immigrazione del territorio italiano, nonché  mediante la disamina di documentazione bancaria, supportati da attività di intercettazioni telefoniche, hanno consentito di accertare che 3 di loro, coadiuvati dagli altri indagati, hanno posto in essere un articolato e ben collaudato sistema diretto a favorire, mediante la produzione di contratti di lavoro ideologicamente falsi ovvero mediante la realizzazione di matrimoni fittizi con cittadini italiani, la permanenza illegale di cittadini stranieri che, in tal modo, hanno ottenuto, pagando un corrispettivo che poteva arrivare anche alla cifra di 5.000,00 €,  il permesso di soggiorno.

 Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, sono state eseguite  alcune perquisizioni  anche con la collaborazione delle Squadre Mobili di Roma, Mantova, Lecco, Sondrio e Bergamo e Parma delegate dall’AG procedente, nei confronti di 15 cittadini stranieri di diversa nazionalità, tutti ritenuti responsabili del reato previsto e punito dagli artt 48 e 479 c.p. avendo gli stessi indotto in errore, mediante la produzione di documentazione fittizia (contratti di lavoro, buste paga, CUD), i pubblici ufficiali preposti al rilascio dei permessi di soggiorno, i quali conseguentemente hanno rilasciato permessi di soggiorno ideologicamente falsi, in quanto attestanti la sussistenza  dei necessari presupposti di legge in realtà insussistenti.

Sono ancora in atto approfondimenti delle attività investigative volte a verificare ulteriormente la posizione di cittadini stranieri che hanno utilizzato contratti di lavoro inesistenti, sia pur regolarmente denunciati, per ottenere un titolo di soggiorno.

 

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