“Ai balneari di Lido di Camaiore rinnoviamo il nostro invito: ci segnalino, in tempo reale, la presenza di materiale vegetale sulla spiaggia, in modo che il nostro team di biologi possa immediatamente analizzarlo. Se vogliamo davvero capire le cause, ed individuare le soluzioni più efficaci, occorre una volta per tutte mettere da parte la stagione delle contrapposizioni preconcette, per imboccare invece la via della massima collaborazione da parte di tutti. Anche stamani (venerdì 21 giugno), a seguito dell’articolo apparso sulla stampa, un nostro biologo ha subito raccolto la sollecitazione, e ha percorso l’intera battigia del Lido: senza riuscire ad individuare pressoché alcun cumulo di materiale. Non è allora forse arrivato il momento di smettersi di parlare attraverso i giornali, ed iniziare ad avere invece un rapporto diretto e proficuo? Ai balneari quindi diciamo: diteci subito dove si trovano questi cumuli, appena si presentano. Da parte nostra, ribadiamo il massimo spirito di collaborazione: il Consorzio di Bonifica ha a cuore la sicurezza idraulica del territorio, così come la sua sicurezza ambientale e lo sviluppo economico e turistico della costa. Su questo punto, non può esserci dubbio alcuno”.

Così il Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, con una sua nota ufficiale, risponde all’associazione dei balneari di Lido di Camaiore.

“Abbiamo incaricato un’equipe di biologi marini e di acque interne per cercare di capire origine e motivazione del materiale vegetale individuato sulle spiagge e che, comunemente è chiamato lavarone- ricorda il Consorzio, nella sua nota – Ma per portare a termine questo studio, è indispensabile la collaborazione di tutti: istituzioni, cittadini, balneari. Sulla Costa apuana, questa sinergia è già partita: sono stati proprio i balneari a segnalarci tempestivamente, nei giorni scorsi, una presenza importante di materiale vegetale sul Fosso Magliano. E i nostri biologi hanno così potuto compiere dopo poche ore la perizia ambientale, proprio davanti ai loro occhi: attestando, in quel caso, che si trattava di piante acquatiche marine trasportate dalla corrente, e non di residui di sfalcio dei canali. Tale risultato ha permesso ai nostri tecnici di avviare un’analisi sulle cause di quello specifico fenomeno: prendendo in esame le correnti marine e le opere che sono state realizzate (come scogliere e pennelli in massi), in corrispondenza del punto di accatastamento del materiale. Questa collaborazione, sicuramente proficua, noi vorremmo avviarla anche coi balneari di Lido di Camaiore. Un dialogo diretto e continuo è l’unico mezzo per individuare le cause, e quindi le soluzioni”.

(Visitato 85 volte, 1 visite oggi)
TAG:
consorzio spiaggia

ultimo aggiornamento: 21-06-2019


Federalberghi Toscana: “Due idee concrete per salvaguardare la stagione turistica per la costa”

Meno di dieci giorni per un intervento di caratatta grazie ad una riconversione del budget per il privato accreditato