Non ce l’ha fatta. Purtroppo. Tutti noi avevamo sperato in un miracolo. E’ appena volata in cielo la bimba che sabato pomeriggio era andata in arresto cardiaco mentre era in piscina al bagno Texas a Marina di Pietrasanta ed era stata ricoverata in condizioni gravissime all’Opa di Massa. I medici hanno fatto l’impossibile per salvare la vita della piccola turista di Parma, Sofia Bernkopf,  12enne di origine istriana, gemella di Tommaso, con altri due fratelli, che è rimasta attaccata per 4 giorni alla macchina cuore-polmone presente nell’ospedale apuano, sottoposta ad Ecmo, tecnica di circolazione extracorporea.

La procedura per la dichiarazione di morte cerebrale, come confermato dal pm Salvatore Giannino della Procura di Lucca, è partita questa mattina alle 10 e, come legge impone, è durata 6 ore. Concluse queste, alle 16, senza risultati positivi, il piccolo angelo è stato dichiarato morto. L’anossia, mancanza di ossigeno, aveva infatti provocato al cervello danni irreversibili. I genitori, Edoardo e Giovanna, entrambi dentisti, rimasti al capezzale della figlia fino all’ultimo, hanno fatto inviare dall’ospedale apuano al pubblico ministero la richiesta per l’autorizzazione dell’espianto degli organi della figlia, ma la Procura ha potuto dare l’ok solo al prelievo delle cornee. Una decisione, da parte del magistrato inquirente, sofferta, che mai avrebbe voluto prendere , ma indispensabile. Il corpo della bimba, ora a disposizione dell’autorità giudiziaria, deve infatti rimanere integro per poter procedere all’autopsia.

E’ di ieri la notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati di 6 persone, titolari e bagnini dello stabilimento balneare: l’ipotesi di reato si aggrava, e passa, ora, da lesioni colpose gravissime a omicidio colposo, mentre proseguono le indagini sull’ipotesi, sempre più attendibile, dei capelli rimasti impigliati nel bocchettone della vasca, che avrebbero provocato l’affogamento della bambina, andata poi in arresto cardiaco.

La straziante vicenda ha avuto inizio in un sabato pomeriggio di vacanza. All’inizio si era pensato ad un malore, forse una congestione in acqua. I soccorsi, partiti dai presenti, che hanno portato fuori la bimba dalla piscina e hanno tentato di rianimarla praticandole il massaggio cardiaco, poi la folle corsa all’ospedale apuano, a sirene spiegate, e il ricovero in prognosi riservata. Ore di speranza, con lo staff medico che ha cercato di salvare la piccola dalla morte. E alla fine il drammatico epilogo, e una famiglia distrutta dal dolore.

Sulle cause che hanno portato Sofia alla morte la parola passa all’anatopatologo, dottor Stefano Pierotti a cui, venerdi, il pm Salvatore Giannino darà l’incarico. L’esame autoptico è fissato per sabato.

La piscina resta sotto sequestro per acquisire ulteriori informazioni sul funzionamento delle vasche e sul sistema idraulico, mentre dovranno di nuovo essere esaminate le procedure di sicurezza e di emergenza che si sarebbero dovute adottare.

 

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