Offerta di lavoro per festa privata, compenso 2500 euro. Richiesto il topless

“Ho bisogno di ragazze per una festa privata con calciatori, compenso 2500 euro”. Con tanto di richesta di topless.

“Questa è la proposta di lavoro che ho ricevuto ieri”, denuncia una ragazza sulla pagina di Potere al Popolo di Lucca, pubblicando la foto dell’offerta lavorativa:

“Un messaggio gravido di schifo dall’inizio alla fine, per una serie di questioni che potremmo analizzare a dovere scrivendoci minimo un saggio ciascuna. Quello che è successo però è molto più semplice della sua analisi. Degli uomini con soldi e delirio di onnipotenza hanno composto un numero, chiamato qualcuno che la professionalità non saprebbe neanche dove trovarla sul dizionario, e ordinato delle persone come si ordinano delle pizze: senza reggiseno, invece che senza mozzarella. I ragazzi come me – studenti, con poca esperienza, in cerca di qualsiasi cosa per arrotondare – 2.500€ li guadagnano forse in una stagione di lavoro sottopagato dietro il bancone di un bar, magari arrivandoci alle cinque di mattina perché “domani apri tu e dai una sistemata”, o uscendoci alle tre di notte perché “stasera si allunga, c’è gente”. Almeno che tu non abbia una vagina e quella merda tanto di moda adesso, quel potere da ciarlatani chiamato “bella presenza” (anche per questo un altro saggio). In quel caso prima o poi capita che qualche emissario del “sotto-sopra” dal profilo rigorosamente fake spunti a cercare di arruolarti in uno di questi, troppi, eserciti facili della mercificazione del corpo. E ti chieda di chiudere gli occhi – belli stretti -, di toglierti i vestiti, di diventare di plastica per una notte e tornare a casa con un po’ di voglia di vivere in meno, ma con i soldi di una stagione di lavoro in più. Perché? Perché c’è gente a cui piace che tu lo faccia, e che pagherà sempre per vedertelo fare. Be’ mi dispiace, ma il fatto che io abbia un corpo non mi rende automaticamente il potenziale servizio a pagamento di nessuno. Ne’ qualcosa che si può ordinare dopo avermi composta con ingredienti a scelta, secondo i propri gusti. Né tanto meno una specie a rischio che deve essere protetta dalla “sicurezza” nel caso in cui il cliente creda di aver pagato a sufficienza per esercitarci sopra i diritti di proprietà. Questa è solo una goccia del mare silenzioso in cui tantissime di noi affogano, ogni giorno. Dobbiamo dire basta. Dobbiamo farlo in primis, se possiamo permettercelo, rispondendo a queste persone con dei NO grandi quanto tutte le loro ville messe insieme. In secundis, ma non per importanza, cominciando da soli – tutti e tutte e tutt*- ad educare noi stessi ad una narrazione diversa, rivoluzionaria, dei corpi, dei generi e del sesso”.

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