Amministratice di sostegno arrestata per circonvenzione di incapace

Una donna di 40 anni, residente a Capannori, operatrice socio sanitaria, è stata tratta in arresto dai Carabinieri per il reato di circonvenzione di incapaci, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Lucca. Per lo stesso reato si trova indagata anche la madre, 60/enne, colpita a sua volta dalla misura del  divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Vittima della vicenda una pensionata lucchese di anni 70, invalida civile perché affetta da un grave deficit neuro cognitivo che la rende particolarmente sensibile all’abuso di terzi e di cui la 40/enne era stata da tempo nominata amministratrice di sostegno. Colei che avrebbe dovuto proteggerla però, si è rivelata ben presto carnefice, creando dapprima uno stato di soggezione dell’anziana donna verso di lei e successivamente attingendo al patrimonio della stessa per sostenere spese che nulla avevano a che fare con esigenze, domestiche o di altro tipo, della povera malcapitata.

Una storia che ha richiamato l’attenzione dei Carabinieri, i quali hanno così potuto ricostruire la vicenda, per via del fatto che la 40/enne utilizzava carte di pagamento intestate all’inconsapevole pensionata anche per compiere operazioni non sempre lecite, con soggetti terzi, nelle quali ovviamente non intendeva figurare.

Colpita dapprima nel corso del procedimento dalla misura del divieto di avvicinamento alla vittima e conseguentemente fatta decadere dall’incarico, l’ex amministratrice non resisteva alla tentazione di continuare a fare ricorso al denaro della  pensionata, a cui continuava telefonicamente a chiedere somme di vario importo che, non potendo più provvedere direttamente a ritirare, faceva consegnare nelle mani della madre con cui successivamente si incontrava. Il tutto approfittando dello stato di dipendenza psicologica della vittima nei suoi confronti, che ovviamente continuava a manipolare anche per raggirare le prescrizioni della misura cautelare. Le attività di intercettazione hanno documentato sia lo stato di forte sudditanza psicologica della pensionata, sia gli artifizi e raggiri posti in essere da madre e figlia per convincere l’anziana ad assecondare le loro richieste e su cui, per alimentare il senso di colpa, si cercava di riversare anche la responsabilità per il procedimento penale in atto, chiedendole il denaro necessario per sostenere le spese legali.

L’ex amministratrice si trova allo stato detenuta agli arresti domiciliari. Ancora in corso l’attività volta a fare piena luce sulla vicenda, a individuare le precise responsabilità e a quantificare l’intero importo del danno patrimoniale.

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