“Di fronte a tante falsità restiamo allibiti. Non riusciamo più a capire se durante la passata legislatura la vecchia amministrazione approvava documenti senza sapere di cosa si trattasse, oppure se la loro è malafede e vogliono addossarci responsabilità che non sono nostre”.

Replicano così i capigruppo di maggioranza Elisa Montemagni (Lega), Lorenzo Ghiara (Forza Italia) e Sergio Cima (Civica Massarosa) alle parole dell’opposizione apparse sulla stampa sulla prossima apertura di due nuovi supermercati a Massarosa.

“Ribadiamo che l’apertura dei due punti di media distribuzione è diventata possibile grazie ad una delibera di consiglio comunale che ha consentito l’adozione di una variante semplificata. In altre parole si è lasciata mano libera alla proprietà di intervenire dirattamente sull’area invece di dover passare da un piano attuativo che avrebbe avuto bisogno dell’approvazione del consiglio comunale. La delibera è quella proposta dall’ex vicesindaco Damasco Rosi e approvata a maggioranza con i voti di Pd, Sinistra Comune e Noi per Massarosa. Precisamente la delibera 100 del 20 dicembre 2018, che alleghiamo al comunicato in modo che tutti possano leggerla. L’opposizione di oggi – scrivono Ghiara, Cima e Montemagni – disconosce un documento presentato e approvato da loro stessi e ne attribuisce la paternità a noi e addirittura all’ex sindaco Larini. Forse dimenticano che se ne parlava in questa campagna elettorale. O sono in perfetta malafede, o approvavano documenti di questa portata senza neanche averli letti e capiti. In entrambi i casi è grave e purtroppo non cambia la sostanza dei fatti: hanno dato il via all’apertura dei due supermercati. Una scelta legittima, anche se da noi non condivisa perchè snatura le nostre frazioni e mette in difficoltà i negozi di vicinato, ma che oggi non hanno il coraggio di rivendicare”.

“Nel goffo tentativo di gettare discredito sulla capogruppo della Lega Montemagni, affermano che farebbe parte della sesta commissione. Visto che governano (e qualcuno lavora) in Regione dovrebbero sapere che dal 2015 le commissioni sono solo quattro. Ognuno pensi al proprio ruolo politico – concludono i capigruppo – non andando a scomodare le proprie competenze lavorative, specie se queste rappresentano la principale fonte di reddito”.

 

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