“L’amministrazione comunale di Pietrasanta è pronta a protestare, davanti alla sede della Regione Toscana, competente in materia di discariche, a fianco dei cittadini e dei comitati per chiedere la chiusura di Cava Fornace”: è la proposta del Sindaco, Alberto Stefano Giovannetti durante l’assemblea pubblica convocata dai comitati alla sede della Cervia. Un’assemblea molto partecipata che ha visto la partecipazione dell’amministrazione al completo, a conferma di una posizione ancora una volta chiara e netta sulla chiusura della discarica, con il vice sindaco e assessore all’ambiente, Elisa Bartoli, il Presidente del Consiglio, Paola Brizzolari, gli assessori Andrea Cosci e Francesca Bresciani ed i consiglieri Sandra Da Prato e Paolo Bigi. “Ci abbiamo fatto i solchi in Regione Toscana in questo anno insieme al vice sindaco Bartoli e a funzionari. Abbiamo sempre trovato un muro di gomma quando si parla di Cava Fornace. Quello che è possibile fare lo abbiamo fatto, male, bene, e continueremo a farlo. Aggrediamo dove è possibile aggredire con i mezzi e gli strumenti che i comuni hanno a disposizione anche se ricordo che la competenza è e resta regionale. Pietrasanta, la città di Pietrasanta, vuole la chiusura del sito. Ora serve una strategia condivisa tra enti, comitati e cittadini per arrivare a questo risultato”.

 

Nel frattempo sono già partiti i controlli ai camion in sosta sulla via Aurelia diretti al sito: “stamani (ieri, ndr) la nostra Municipale – ha detto il Sindaco – ha effettuato i controlli documentali sui mezzi, e lo farà anche nei giorni successivi. Non sono state evidenziate criticità o irregolarità”. Il Comune di Pietrasanta sta valutando la possibilità di costituirsi parte civile. “A questo punto – ha annunciato il vice sindaco Bartoli – è una valutazione che dobbiamo fare. Il nostro comune, e quindi la nostra amministrazione, è stato l’unico a presentare per ben due volte la richiesta di riesame Aia, a gennaio e maggio, con risposte totalmente inconsistenti della Regione Toscana e abbiamo richiesto, ad aprile, in seguito alla dichiarazione di azienda insalubre di primo grado, la possibilità di esprimere un parere igienico sanitario che però deve essere supportato da una relazione istruttoria e tecnica e su questo a maggio abbiamo chiesto conforto ad Asl ed Arpat. Dal punto di vista giuridico e legale abbiamo fatto quello che un ente pubblico come il nostro poteva fare. Non molleremo. Cava Fornace deve chiudere: lo hanno chiesto i consigli comunali, lo chiedono le comunità”.

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