Un nuovo simbolo dietro la Gioconda di Leonardo da Vinci? Che cosa si nasconde nei suoi “occhi”? Se ne parla domenica 27 ottobre, dalle ore 10.00, nel Chiostro di S. Agostino con gli studiosi dell’Associazione Storico Culturale “Il Cuore di Bartolomeo” che propongono una nuova lettura della più celebre opera di Leonardo Da Vinci grazie alla scoperta di un simbolo di matrice ermetica nascosto nelle vesti della Monna Lisa. L’incontro, patrocinato dal Comune di Pietrasanta, cade nell’anno del cinquantesimo anniversario della morte del genio toscano. Partecipano in qualità di esperti Riccardo Gambi (avvocato, medievalista membro dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio), Guidi Garbi (studioso delle religioni antiche ed esperto delle scienze patristiche e mistica medievale), Ugo Nasi (romanziere, autore di thriller storici), Gabriele Panigada (esperto di comunicazione) e Antonello Borella (illuminotecnico e creatore di sistemi d’illuminazione in ambito museale). L’ingresso è libero.

 

Attraverso un’analisi attenta di un riflesso di luce sapientemente dipinto dal Genio sulla spalla sinistra della Gioconda, emerge la figura di un occhio. Ma non si tratta di un occhio qualsiasi: è, infatti, un occhio alato. Un simbolo che gli artisti e gli uomini di cultura del Rinascimento recuperano dalla tradizione ermetica (e dunque dalla più antica teologia egizia, si pensi all’occhio di Horus) da poco “riscoperta” grazie anche all’Accademia neoplatonica fiorentina istituita da Cosimo De Medici e, in particolare, dalla traduzione del Corpus Hermeticuma opera di Marsilio Ficino. La stessa tipologia di occhio simbolico è ripresa da Leon Battista Alberti, nel suo celebre sigillo “Quid Tum”, frequentatore egli stesso dell’Accademia di Firenze, nonché uno dei più importanti riferimenti di Leonardo da Vinci per i suoi studi sulla pittura e sulla prospettiva. Quella che potrebbe apparire come un’illusione ottica, un abbaglio preso da un gruppo di appassionati di arte e di storia, è in realtà un signum che ha ragion d’essere proprio in virtù dell’esatta posizione sul corpo e sulle vesti della Gioconda. Non è quella una posizione casuale: riprende un’antichissima simbologia che da Arpocrate, quale divinità del silenzio nel mondo ellenistico, passa ai mistici ebrei, ai padri del deserto, al misticismo sufi, attraverso il mondo antico e ilmedioevo dei monasteri e degli ordini cavallereschi, giunge all’Umanesimo europeo e al Rinascimento italiano; continuando a vivere tutt’oggi nei messaggi nascosti delle più celebri società “iniziatiche” ancora attive.

 

L’Associazione “Il Cuore di Bartolomeo”, con l’ausilio di numerose immagini, durante la conferenza recupera un filo rosso che si incarna nei tanti simboli celati nelle opere dei grandi artisti italiani e non solo, comprese quelle del Genio vinciano. E non è un caso che la Gioconda, che non spicca per bellezza tra tutti i suoi capolavori, sia l’opera più celebre e controversa del suo percorso, quella dalla quale l’Artista non si separerà mai. Nella fitta trama di simboli che Leonardo intesse con cura nel ritratto di Monna Lisa, è scritto il messaggio più importante della sua opera di scienziato, artista e uomo: un vero e proprio testamento spirituale e filosofico dal respiro universale.

 

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