Uno spazio pubblico intitolato a Bettino Pilli, il “dottore dei poveri e degli infelici”. L’Amministrazione comunale di Seravezza invita la cittadinanza ad intervenire alla cerimonia di intitolazione che si terrà sabato 14 dicembre a Riomagno con inizio alle ore 11. Presenzierà il sindaco Riccardo Tarabella. La figura di Bettino Pilli sarà tratteggiata dallo storico Costantino Paolicchi. «È un’iniziativa che prendiamo nell’ottantesino anniversario della scomparsa di questo illustre personaggio seravezzino», dichiara il presidente del Consiglio comunale Riccardo Biagi «con l’intento di ricordarlo e, soprattutto, di mantenerne vivo l’esempio agli occhi dei più giovani. Per la sua grande umanità, per la compassione e l’empatia nei confronti dei poveri e degli umili, Bettino Pilli non può che essere un faro luminosissimo ai giorni nostri».

Bettino Pilli, nativo del borgo di Pancola, fu medico amatissimo e uomo politico che si batté per il progresso sociale e civile della Versilia. Operò nelle Società di Mutuo Soccorso di Seravezza e di Vallecchia con l’impegno di renderle più moderne e democratiche, favorendo anche la partecipazione delle donne alla vita dei due sodalizi. Con l’intento di essere ancor più vicino alle classi operaie, nel 1889 fondò con Settimo Leoni la Società Operaia Mutuo Cooperativa di Seravezza. In qualità di presidente della stessa, partecipò tre anni dopo a Genova al congresso fondativo del Partito dei Lavoratori Italiani, poi Partito Socialista. Dopo le elezioni del 1911 fece parte della prima amministrazione a guida socialista di Seravezza, presieduta da Pietro Marchi, che fra i capisaldi programmatici ebbe le pensioni operaie. Politico, promotore del volontariato della solidarietà, ma anche e soprattutto dottore. Per quarant’anni medico condotto, lasciò il segno per “la sua profonda umanità, la dedizione assoluta al piccolo popolo di Vallecchia e di Solaio, la semplicità e la passione con cui dispensava scienza e amore, comprensione e aiuto fraterno”, come scrive Costantino Paolicchi. In occasione delle solenni onoranze che la Versilia gli tributò nel 1950, Salomone Neri scrisse inoltre: “La gente parlava di lui soprattutto per la sua bontà, paragonandola a quella di un santo, per il carattere dolce e sempre accogliente, con un cuore aperto e generoso atto a lenire le altrui sofferenze. Chi lo avvicinava non se ne distaccava più. In Versilia era il simbolo dell’amore e della fratellanza umana. Al di fuori della sua professione di medico, si ricorreva a lui per la soluzione di molte questioni sociali, per consigli familiari, ed anche finanziari. Per tutti c’era il responso della parola giusta e del giudizio dettato dall’umanità e dalla coscienza. Quale medico intese la sua missione come il diritto che ha l’umanità di essere assistita nella salute, spregiudicatamente lontano da ogni principio di trarre profitto dalle altrui sofferenze. Visse francescanamente modesto e morì povero”.

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ultimo aggiornamento: 11-12-2019


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