“Un Panettone acido. È quello che le suore del Pensionato di Viareggio in Via S. Andrea faranno mangiare ad alcuni lavoratori della Cooperativa Sociale San Pio. Cooperativa Sociale alla quale da maggio dello scorso anno le suore hanno dato in gestione il personale del pensionato”.
La nota stampa arriva da Marco Morbidelli, responsabile sanità privata per la FP CGIL Lucca:
“A questo punto appare evidente che c’era un disegno già architettato da parte delle suore Ministre degli Infermi per potersi disfare dei lavoratori diventati ormai scomodi e pretenziosi.
“Ma noi non licenziamo nessuno” ha detto al telefono una delle suore dopo diversi tentativi di comunicare andati a vuoto “ è la cooperativa che licenzia! Non noi”
Certo! Peccato che la cooperativa ci ha detto che l’appalto gli è stato rinnovato solo per una parte dei servizi, che pure avevano in gestione interamente da oltre un anno, perché le suore sostengono che alcuni servizi li vogliono svolgere loro.
Quindi licenziamo pure l’addetto alla portineria/centralino (oltretutto categoria protetta) perché questo servizio lo faranno le suore direttamente.
Anche dei servizi amministrativi non sappiamo più che farcene, le “Ministre” lo faranno da sole.
Le ore di cucina ne bastano la metà, stessa cosa per il servizio di lavanderia/stireria/ e servizi vari.
Del personale con qualifica OSS? Si…forse…ancora per un po. Intanto le notti le facciamo noi suore. E meno male che fino allo scorso anno non c’erano più suore. Ci deve esser stata una epidemia di vocazioni lampo.
Ma proviamo a partire dall’inizio.
Lo scorso anno, nel mese di aprile, veniamo contattati da A. D. della Cooperativa Sociale San Pio, cooperativa di Alessandria già presente sul territorio per alcuni servizi appaltati all’interno della Casa di Cura M.D. Barbantini di Bicchio, perché le suore hanno intenzione di appaltare la gestione di tutti i servizi del pensionato di Via S. Andrea con conseguente passaggio dei lavoratori (14 /16) dipendenti delle suore (alcuni di essi da oltre 15 anni) alla cooperativa suddetta Dicono che sono rimaste in poche ed anziane che la gestione è sempre più complicata e che non se la sentono più di fare una gestione diretta. Comincia una trattativa sindacale (molti dei lavoratori sono iscritti alla Fp-Cgil) per cercare di far conciliare le nuove esigenze delle suore con i legittimi diritti dei lavoratori.
Riusciamo a siglare un accordo che trova le soddisfazioni di tutte le parti. In quella sede evidenziamo alla cooperativa che, per la tipologia dei servizi e per il tipo di ospiti, a nostro avviso il personale è insufficiente. Rivendicazione quest’ultima fatta anche negli ultimi 3/4 anni anche alle suore che però ci tappavano la bocca dicendo: “ Ci sono anche delle nostre consorelle a dar man forte ai lavoratori quindi il numero è sufficiente D’altronde se i servizi ispettivi della Azienda Sanitaria Locale non hanno mai trovato niente da contestargli, noi non potevamo far di più. Il pensionato era loro, la gestione pure. Nessuno ci ha mai chiesto se i nominativi delle suore che figuravano in servizio c’erano veramente oppure, tra preghiere ed esercizi spirituali se una lavoratore ne incontrava una pensava al miracolo!
Sembrava però evidente che, dal momento che veniva appaltato il servizio in toto, l’aiuto diretto delle suore sarebbe stato possibile solo come supporto religioso o come personale in più rispetto alle norme di legge. La loro presenza non avrebbe più potuto sopperire alla carenza di personale in relazione alle ore di assistenza per non incorrere nelle problematiche inerenti alla intermediazione di mano d’opera, data la natura commerciale dell’appalto.
A settembre di quest’anno la prima sorpresa.
La cooperativa ci convoca per dirci che, a seguito di una ispezione dell’ASL devono esser fatti dei lavori e acquistati degli ausili necessari per il tipo di ospiti residenti. Le suore minacciano di chiudere e rinnovano di 3 mesi l’appalto SENZA il servizio portineria e centralino che seguiranno loro direttamente e che quindi la cooperativa subirà una riduzione degli importi da fatturare e che dovrà procedere al licenziamento del lavoratore che occupa quel ruolo.
Qui vale la pena soffermarsi un attimo perché ogni azienda ha la necessità di avere in organico lavoratori che fanno parte delle categorie protette, ai sensi della legge 68/99, ed infatti il lavoratore in questione lavorava per le suore da oltre 15 anni. Peccato però che le cooperative sociali non hanno quest’obbligo e quindi questo lavoratore ORA può essere licenziato per esubero, e così hanno fatto.
Ieri 23 dicembre la proposta fatta direttamente ad alcuni lavoratori che si occupano dei servizi di lavanderia, fisioterapia, amministrativi SENZA NEANCHE passare dall’informativa sindacale (degli eventuali estremi per citare in giudizio l’azienda per attività antisindacale se ne occuperà poi il nostro ufficio vertenze legali) e solo DUE ORE di tempo per prendere una decisione, senza neanche la possibilità di confrontarsi in famiglia (men che meno con il sindacato tenuto all’oscuro di tutto) sennò dal 2 di gennaio a casa. Licenziati!
Degli OSS le suore non sanno che farsene, “Vi servono in altri appalti?”
Se questo dev’essere il Santo e Religioso Natale decantato da Suore Ministre degli Infermi, cooperative che citano San Pio, non riesco ad immaginare così può succedere negli altri periodi dell’anno per mano dei miscredenti.
Appesi con degli ami per gli alluci all’albero di Maestra?
Che cosa vuoi? Ferie pagate? Diritti sindacali? Turni di lavoro decenti?? PENTITI!!
Per questi lavoratori, ed il sindacato che è solidale con loro e che li supporterà nella giusta lotta, sarà purtroppo un gran brutto Natale. E se Matteo 20, 1-16, ha ragione:” Beati gli ultimi, perché saranno i primi” sarà facile riconoscervi…quelli pieni di risentimento e con il panettone di traverso!”
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ultimo aggiornamento: 24-12-2019


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