“Nel 2013, non potendo in quel momento estendere il sistema di raccolta rifiuti “porta a porta”, ci inventammo un meccanismo, che chiamammo “patto per l'ambiente”, che ci consentisse di ridurre la quantità di rifiuti prodotti, di aumentare la quantità di raccolta differenziata e di riconoscere al tempo stesso un contributo economico ai quei cittadini che si impegnavano a seguire buone pratiche nella gestione degli scarti domestici, un rimborso/sconto sulla bolletta che veniva applicato proporzionalmente ad ogni utenza sulla base dei risparmi nelle spese di smaltimento ottenute dal comune nell'anno precedente. Il sindaco Coluccini, già critico allora da esponente comunale dell'UDC, anche verso questo nostro progetto, dopo la dichiarazione di dissesto il “patto per l'ambiente” lo ha spazzato via”.

Così Damasco Rosi e Simona Barsotti, capogruppo e consigliera del Partito Democratico a Massarosa, intervengono sulla cancellazione da parte della maggioranza massarosese del contributo TARI che prevedeva un rimborso alle famiglie calcolato a consuntivo e dato dalla differenza tra le spese di smaltimento sostenute dal comune e quelle previste.Un sistema – proseguono Rosi e Barsotti – che seguendo i principi generali della riduzione, del riuso e del riciclo dei rifiuti compreso il ricorso al compostaggio domestico della frazione organica, ci ha consentito negli anni di ridurre la quantità dei rifiuti prodotti e di applicare una riduzione in bolletta a coloro che avevano aderito. Pur non trattandosi di cifre enormi era comunque un segnale importante, anche in chiave ambientale, che si portava avanti con in coinvolgimento e la partecipazione delle famiglie e dell'associazionismo locale”.Questi – continuano i democratici – sono i primi effetti di una scelta scellerata, presa senza sapere a cosa porterà. Non era certo un riconoscimento economico da solo a far sì che a Massarosa crescesse progressivamente la sensibilità ambientale ma era, come avevamo cercato di costruire, un insieme di azioni condivise e partecipate dalla cittadinanza e dalle associazioni del nostro territorio impegnate nella distribuzione del materiale, erano iniziative, erano campagne di informazione fino all'estensione del sistema di raccolta “porta a porta” che siamo riusciti a portare in ogni frazione del nostro comune”.Il sindaco e la sua giunta, con delibera n. 250 del 10 dicembre 2019, hanno abrogato, zitti zitti, il “patto per l'ambiente”, hanno cancellato non solo la possibilità per i cittadini massarosesi di essere “premiati” seguendo buone regole di comportamento nella gestione dei rifiuti, ma hanno cancellato anche un'idea di società, quella comunità che vogliono relegare ai margini come hanno già cominciato a fare togliendo di torno i comitati di rappresentanza locale, luoghi di incontro e di confronto. Il resto, anche sui temi ambientali, lo vedremo più avanti visto che in campagna elettorale e nel programma delle destre c'è un rivisitazione del sistema di raccolta rifiuti secondo le idee portate avanti da Coluccini in questi anni. Vedremo cosa combineranno. Purtroppo – concludono Rosi e Barsotti – questo è solo l'inizio di un percorso di progressivo smantellamento dei servizi e di agevolazioni, compresi quelli a saldo zero come questo, che l'attuale maggioranza si sta apprestando a fare e che farà nei prossimi mesi. Cercheremo di impedirlo con tutte le nostre forze. Ci sorprende però che nessuno al loro interno batta ciglio, che non abbia niente da ridire di fronte a questo scempio: speriamo che qualcuno anche a destra si svegli”.

In merito agli articoli di parte della minoranza riguardo il patto per l’ambiente trasmettiamo la risposta del sindaco di Massarosa Alberto Coluccini.

“Il Patto per L’ambiente, un risparmio irrisorio per chi aderì e un costo enorme per tutti i cittadini che non ha portato né una riduzione dei rifiuti, né un risparmio sui costi di raccolta.

L’ex vice sindaco e assessore all’ambiente continua a ragionare come se il Comune di Massarosa fosse un Comune florido e in buona salute scordandosi i quasi 10 milioni di buco che il Comune ha accumulato oltre ai 5 milioni di buco straordinario da ripagare in 29 anni, dei 7 milioni di fatture scadute da pagare e dei 6 milioni di rosso in banca.

Il patto per l’ambiente è stato eliminato perché per prima cosa ne sono venuti meno i presupposti. Rosi scrive: “Nel 2013, non potendo in quel momento estendere il sistema di raccolta rifiuti “porta a porta”, ci inventammo un meccanismo, che chiamammo “patto per l’ambiente”, che ci consentisse di ridurre la quantità di rifiuti prodotti, di aumentare la quantità di raccolta differenziata e di riconoscere al tempo stesso un contributo economico ai quei cittadini che si impegnavano a seguire buone pratiche”

Oggi la raccolta porta a porta è prevista su tutto il Comune e non c’è da incentivare nessuno e la motivazione decade. Anzi si vanno a risparmiare 140.000 euro che gravavano su tutti i cittadini a fronte di un risparmio che andava da 2 a 7 euro in bolletta per coloro che avevano aderito. Inoltre non esisteva un monitoraggio nei confronti degli aderenti. Non è assolutamente vero che c’è stata una valutazione a consuntivo sull’effettivo recupero: fu creato un fondo a bilancio preventivo di 140.000 euro facendolo di fatto gravare su tutti i cittadini. Insomma il classico gioco delle 3 carte nell’anno che portava alle elezioni per mera propaganda politica di cui sono maestri.

La domanda è: i rifiuti prodotti calarono col patto per l’ambiente o no? Dai documenti ufficiali di Ersu, emerge che dal 2013 la quantità di rifiuti aumentò invece che calare e la differenziata è rimasta pressoché stabile, quindi spendere 140.000 euro (cifra ricorrente in questi mesi) non ha portato risultati e sarebbero potuti essere spesi in altro modo.

Oggi chi pretende di dare lezioni ha già mangiato il futuro dei massarosesi;  siamo costretti a pagare l’enorme conto della loro amministrazione dissennata che ha portato al fallimento il Comune.

Perché poi affermino che nel 2013 non era possibile, e poi è diventato possibile, estendere il porta a porta resta un mistero. Danno lezioni ma non spiegano ai cittadini che i costi di raccolta aumenteranno sensibilmente e nel 2018 per raccontare la balla che i costi sarebbero stati gli stessi hanno utilizzato soldi una tantum provenienti da Ersu e dalla Regione per tenere il prezzo allo stesso livello. Nel Bilancio previsionale 2019 – 2021 redatto dalla precedente amministrazione è scritto che i costi della raccolta rifiuti aumenteranno di 150.000 per i cittadini e non il contrario. Hanno già deliberato aumenti della IUC (che è la somma tra tari, Imu e Tasi) per oltre 400.000 euro che noi cittadini dobbiamo pagare. Insomma non hanno saputo amministrare, ma oggi ci vengono a dare lezioni. Per quanto riguarda l’attenzione alla salvaguardia dell’ambiente ed una corretta gestione dei rifiuti è una nostra priorità è non abbiamo certo da prendere lezioni da loro”.

 
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