Venerdì 7 febbraio, a Viareggio, si è tenuta l’assemblea pubblica “Autonomia differenziata: se la conosci la eviti”, con la partecipazione di una cinquantina di persone, soprattutto del mondo della scuola e della sanità, e la presenza di delegati RSU, esponenti di comitati locali e del sindacato (FLC-CGIL, Opposizione CGIL, Cobas Scuola), che sono intervenuti durante il dibattitto.

Marina Boscaino (un’insegnante) e Loretta Mussi (un medico) del “Comitato Nazionale per il ritiro di qualunque Autonomia Differenziata”, presenti come relatrici, hanno illustrato le conseguenze di un provvedimento che potrebbe essere approvato in tempi molto brevi, anche se nessuno ne parla.

“Con l’Autonomia Differenziata rischiamo la dissoluzione della Repubblica Italiana in 20 staterelli: le 20 Regioni attuali. Un provvedimento di natura “secessionista”, voluto da questo governo e dai precedenti, che intende attribuire alle Regioni a statuto ordinario competenze legislative oggi dello stato (e quindi uguali da sud a nord), su moltissime materie: Scuola, Sanità, Trasporti, Ambiente, Servizi, contratti di lavoro (che diventerebbero regionali); materie sulle quali avremmo 20 sistemi diversi in ciascuna regione.
Veneto, Lombardia e Piemonte guidate dalla Lega e l’Emilia Romagna guidata dal PD (ma altre regioni si stanno aggiungendo), hanno chiesto questa ampia autonomia e la possibilità di gestire in proprio i fondi legati a ciascuna materia: una sorta di “secessione dei ricchi” delle regioni a più alto reddito. Un progetto “secessionista” sostenuto in modo trasversale da molte forze politiche: lo stesso Bonaccini, governatore PD appena rieletto in Emilia Romagna, dopo le elezioni regionali ha rinnovato al Governo la richiesta di andare avanti rapidamente.
Se il progetto si dovesse realizzare, sarebbe molto difficile tornare indietro e i cittadini italiani avrebbero risorse, diritti e servizi diversi a seconda della regione in cui sono residenti, con un forte aumento delle diseguaglianze e una riduzione del livello di sanità, istruzione, trasporti, servizi (ulteriormente privatizzati); e con la riduzione dei loro diritti come lavoratrici e lavoratori, col passaggio ai contratti regionali ed un aumento della precarietà.
Si vuole far passare il provvedimento in tempi rapidi parlandone il meno possibile, e presentando come “autonomia differenziata soft”, “cooperativa e solidale”, la regionalizzazione che questo governo vuole approvare con la Legge quadro Boccia. Non è affatto così: se si avvia il processo non sarà possibile mettere argine alla dissoluzione della Repubblica italiana e alle richieste di autonomia legislativa e finanziaria delle singole regioni che la chiederanno.  Per questo è necessario opporsi a ogni forma di autonomia differenziata e alla Legge quadro  Boccia con cui vogliono farla passare.
L’assemblea è stata promossa da due comitati della Versilia: il “Comitato 22 Marzo per la difesa della Scuola Pubblica” (nato il 22 marzo 2019 proprio per opporsi alla regionalizzazione) ed il “Comitato Sanità Pubblica Versilia contro il depotenziamento dell’ospedale unico e dei servizi territoriali” (che si batte sul nostro territorio in difesa della Sanità pubblica). Al termine dell’assemblea i due comitati hanno invitato i presenti a continuare con loro questa battaglia cruciale contro l’autonomia differenziata, con ulteriori iniziative e mobilitazioni sul territorio”.
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