Colpo di scena nella vicenda del poliziotto finito in carcere. Gianluca Pantaleoni-   ex comandante ad interim del distaccamento della Polstrada di Viareggio, aggregato alla sottosezione di Montecatini Terme e finito in cella in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Pistoia dottor Luca Gaspari su richiesta del Procuratore della Repubblica di Pistoia dottor Giuseppe Grieco e del Sostituto Procuratore dottor Leonardo De Gaudio – ha revocato il mandato agli avvocati Cristiano Baroni e Riccardo Carloni del Foro di Lucca, nominando come suo nuovo legale di fiducia l’avvocato Massimiliano Palena del Foro di Firenze. Una revoca motivata da “dissapori” con la linea difensiva che i due legali viareggini avevano consigliato al cliente.  Oltre al consiglio di optare per il rito abbreviato al processo, rifiutato anche questo dal cliente che – professandosi innocente su tutti i fronti – preferisce andare al dibattimento. Per ben due volte, come si ricorderà, le istanze per l’attenuazione della misura cautalere del carcere – disposta sulla base dei gravi indizi raccolti dagli investigatori della Squadra Mobile pistoiese ad esito di un’attività investigativa durata circa un anno, in ordine ai delitti di corruzione per asservimento della funzione, truffa aggravata, anche ai danni dello Stato, circonvenzione di incapace, traffico di influenze illecite, riciclaggio e autoriciclaggio – furono respinte per pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato. Tra i reati contestati all’ispettore della Polstrada Gianluca Pantaleoni c’è infatti anche, il reato di circonvenzione di incapace. Oltre al giro di soldi, circa 900 mila euro in soli tre anni, che Pantaleoni avrebbe ottenuto da imprenditori della Valdinievole e della lucchesia, alcuni legati alla malavita, in cambio di soldi, fornendo loro targhe, modelli e colori delle auto civetta della Questura di Pistoia, usate dai colleghi per i servizi in borghese,  ci sarebbe anche l’aver sedotto la donna cieca e l’anziano padre. L’ispettore, facendole credere di essere innamorato, in tre anni, dal novembre 2016 al luglio del 2019, sempre secondo l’accusa, avrebbe ricevuto bonifici per circa 180mila euro, oltre a contanti, assegni e soldi presi utilizzando le sue carte di credito. Una “manipolazione”, si legge sempre nelle carte giudiziarie. “C’avevo da levargli i soldi”, la frase estrapolata da una intercettazione telefonica con un amico. Un bisogno continuo di denaro – secondo la Procura – dovuto al suo “vizio”: il gioco d’azzardo. L’indagine della Mobile pistoiese, durata un anno, è nata da una segnalazione su strani giri di soldi sui conti correnti di Gianluca Pantaleoni. Gli inquirenti lo hanno pedinato, seguito in ogni suo spostamento ( anche grazie al gps installato sulla sua vettura ), acquisendo tutto il materiale probatorio. Ora il nuovo legale di fiducia, avvocato Massimiliano Palena,  che ha incontrato Pantaleoni al carcere di Sollicciano, sta studiando le carte giudiziare per decidere la nuova linea difensiva.

(Visitato 2.178 volte, 1 visite oggi)

Quinta scossa di terremoto fra Bocca di Serchio e il mare dall’inizio dell’anno

Spaccio di sostanza stupefacente a Pietrasanta, in manette un italiano di 28 anni